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	<title>mestiere di genitore &#8211; Psicologa Silvia Mimmotti</title>
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	<title>mestiere di genitore &#8211; Psicologa Silvia Mimmotti</title>
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		<title>Capricci: come gestirli</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Silvia]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 24 Jul 2019 07:28:03 +0000</pubDate>
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<figure class="aligncenter"><img src="https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2019/07/bimbi_capricci-640x381-1.jpg" alt="" class="wp-image-1574"/></figure>
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<p>Non è facile gestire i capricci dei bambini perché non è semplice comprenderli e, spesso, creano imbarazzo e frustrazione se fatti pubblicamente.<br />
A livello sociale, si teme sempre di essere giudicati come genitori sulla base dei comportamenti non controllati dei figli.<br />
La visione dei capricci potrebbe essere ridimensionata se si cominciasse ad inquadrarli in .. &#160;<a href="https://www.psicologasilviamimmotti.it/capricci-come-gestirli/" rel="nofollow">Leggi tutto »</a></p>
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<p style="color:#47b813" class="has-text-color"><strong>COME SI POSSONO GESTIRE I CAPRICCI?</strong></p>



<p>Non è facile gestire i capricci dei bambini perché non è semplice comprenderli e, spesso, creano imbarazzo e frustrazione se fatti pubblicamente.&nbsp;<br>A livello sociale, si teme sempre di essere giudicati come genitori sulla base dei comportamenti non controllati dei figli.&nbsp;<br>La visione dei capricci potrebbe essere ridimensionata se si cominciasse ad inquadrarli in una <em><strong>dimensione di normalità</strong></em>. In questo modo, si riuscirebbe ad osservarli meglio, gestirli e limitarli in maniera costruttiva per bambini e genitori.&nbsp;<br>Quando invece si cede al capriccio si reagisce con ansia e rabbia, si tende ad abituare i figli ad utilizzare tale comportamento come “forma di ricatto” per ottenere quello che desidera, senza peraltro aiutarli a gestire le loro emozioni.&nbsp;</p>



<p>Un <strong>VADEMECUM di semplici consigli</strong> per rispondere ai capricci:<br>-essere <strong><em>paziente</em></strong><br>&#8211;<em><strong>non urlare</strong></em>, utilizzare piuttosto un tono pacato, rispettoso e <em>autorevole</em><br>&#8211;<strong><em>non</em></strong> dare<em><strong> troppo spazio</strong></em> al capriccio<br>-ricordarsi di <strong><em>osservare</em></strong> per capire e distinguere la motivazione, futile o profonda, dello stesso (fare attenzione anche alle cause esterne al nucleo familiare che potrebbero aver innervosito il bambino)<br>-essere più comprensivi se il capriccio è dovuto a paura, stress, fame o sonno&nbsp;<br>&#8211;<strong><em>non assecondare</em></strong> i capricci e non cedere ai ricatti che si nascondono in essi (soprattutto nel caso di cibo o giocattoli)<br>-ricorrere all’utilizzo di <em><strong>patti</strong></em> nel caso in caso di richieste materiali<br>-limitare il capriccio fatto in pubblico cercando di ignorarlo<br>-non esagerare con le regole e le limitazioni, come anche con le punizioni. E’ meglio impiegare il tempo per <strong><em>dare spiegazioni e fornire l’esempio</em></strong>. Il bambino impara con gradualità che esistono aspetti sui quali non si può scendere a compromessi (ad esempio nell’utilizzo del seggiolino in auto)<br>&#8211;<strong><em>attirare l’attenzione</em></strong> del bambino su qualcosa di diverso da ciò che lo infastidisce se si nota per tempo che si sta caricando di rabbia o sta per scoppiare in un capriccio<br>-dare la preferenza al <strong><em>premio</em></strong>/valorizzazione del comportamento corretto (senza esagerare!) piuttosto che alla punizione di quello sbagliato<br>-stabilire una <strong><em>routine</em></strong> può aiutare: il bambino accetta più facilmente le attività programmate<br>&#8211;<em><strong>permettere al bambino di</strong></em> <em><strong>scegliere</strong></em>. Piuttosto che dargli una imposizione, sarebbe meglio permettergli di prendere da solo delle semplici decisioni, ovviamente aiutandolo con la proposta di due sole opzioni.</p>
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		<title>I capricci più frequenti e consigli</title>
		<link>https://www.psicologasilviamimmotti.it/i-capricci-piu-frequenti-e-consigli/</link>
		
		<dc:creator><![CDATA[Silvia]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 23 Jul 2019 18:15:45 +0000</pubDate>
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<figure class="alignleft"><img src="https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2019/07/bambina-arrabbiata-maxw-654-1.jpg" alt="" class="wp-image-1568"/></figure>
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<p class="has-text-color has-luminous-vivid-orange-color"><strong>TEMPER TANTRUM. </strong></p>
<p> Si utilizza il termine inglese “temper tantrum” per indicare gli scoppi di ira e le violente reazioni emotive che i bambini spesso mettono in atto soprattutto in reazione alla frustrazione.<br />
Come sarebbe bene reagire per aiutare il bambino?<br />
Con calma, cercando di rassicurarlo, senza fomentare la rabbia con ulteriori urla. E’ importante che il genitore rimanga fermo sulla propria posizione, sia con i gesti (evitare carezze, baci, sguardi dolci) sia con le parole in modo da non confondere il bambino. Controproducente: soffermarsi in lunghe spiegazioni, isolarlo ‘finché non si è calmato’, dargli ultimatum per farlo smettere. Anche in questa occasione, è importante capire se, alla base, ci sia una banale stanchezza o la richiesta di attenzione. .. &#160;<a href="https://www.psicologasilviamimmotti.it/i-capricci-piu-frequenti-e-consigli/" rel="nofollow">Leggi tutto »</a></p>
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										<content:encoded><![CDATA[
<p class="has-text-color has-luminous-vivid-orange-color"><strong>TEMPER TANTRUM. </strong></p>



<p>Si utilizza il termine inglese “temper tantrum” per indicare gli <strong><em>scoppi di ira e le violente reazioni emotive</em></strong> che i bambini spesso mettono in atto soprattutto in reazione alla frustrazione.<br>Come sarebbe bene reagire per aiutare il bambino?<br>Con calma, cercando di rassicurarlo, senza fomentare la rabbia con ulteriori urla. E’ importante che il genitore rimanga fermo sulla propria posizione, sia con i gesti (evitare carezze, baci, sguardi dolci) sia con le parole in modo da non confondere il bambino. Controproducente: soffermarsi in lunghe spiegazioni, isolarlo ‘finché non si è calmato’, dargli ultimatum per farlo smettere. Anche in questa occasione, è importante capire se, alla base, ci sia una banale stanchezza o la richiesta di attenzione.</p>



<p></p>



<p class="has-text-color has-luminous-vivid-orange-color"><strong>CAPRICCI DA SEPARAZIONE.</strong> </p>



<p>Spesso, un capriccio quando è il momento del distacco dai genitori, esprime un disagio.<br>Si pensi a quando i genitori lasciano il bambino dai nonni o con la maestra ed egli inizia a “lagnarsi”. Al loro ritorno, gli adulti rimangono male quando, anziché con gioia, sono accolti da reazioni altrettanto rabbiose/ansiose.&nbsp;<br>Che cosa potrebbe aiutare il bambino?<br>I genitori non dovrebbero reagire negativamente ma lasciare che il bambino si sfoghi e rivolgersi a lui con parole dolci, facendogli capire che è compreso ma che il suo comportamento reca loro&nbsp; dispiacere.</p>



<p></p>



<p class="has-text-color has-luminous-vivid-orange-color"><strong>CAPRICCI PER DORMIRE.</strong> </p>



<p>Anche l’ora del riposo può costituire una situazione di separazione a cui il bambino è normale che possa reagire facendo capricci.&nbsp;<br>I più piccoli vanno rassicurati, contenuti e aiutati sia stabilendo una routine (scegliere insieme i ‘riti’. Es: tutte le sere si va a dormire alla stessa ora dopo aver messo il pigiamino, letto una favola e fatte delle coccole) sia aiutandosi con degli ‘<em><strong>oggetti transizionali</strong></em>’ (peluche, copertina, sonagli, …) che favoriscono il distacco e l’abbandono al sonno.&nbsp;<br><strong><em>Non è utile farlo addormentare prima nel lettone </em></strong>per poi spostarlo nella sua cameretta. A parte occasioni eccezionali (es: malattia), tale comportamento crea confusione nel bambino e disturba il sonno.&nbsp;</p>



<p></p>



<p class="has-text-color has-luminous-vivid-orange-color"><strong>CAPRICCI PER MANGIARE. </strong></p>



<p>Il momento dei pasti è un incubo per molti genitori. Non tutti i bambini amano mangiare o hanno gusti semplici, assecondarli non è educativo né salutare.&nbsp;<br>Allo stesso modo, obbligarlo a mangiare quando rifiuta di farlo è controproducente.&nbsp;<br><strong><em>La cosa migliore sarebbe</em></strong>: offrirgli il cibo preparato, se non lo mangia, abituarlo ad aspettare fino al pasto successivo. E’ inutile, anzi dannoso, che l’adulto si prodighi in cucina per proporre 100 piatti differenti pur di far mangiare qualcosa al figlio! &nbsp;</p>



<p></p>



<div class="wp-block-image"><figure class="alignright is-resized"><img loading="lazy" src="https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2019/07/rBVaEFoKideAA_RDAAFB28-WmDo027-4.jpg" alt="" class="wp-image-1563" width="151" height="151"/><figcaption><em>spazzolino da dito</em></figcaption></figure></div>



<p class="has-text-color has-luminous-vivid-orange-color"><strong>CAPRICCI PER LAVARE I DENTI.</strong> </p>



<p>Ci sono bambini che passano minuti e minuti a spazzolarsi i denti ed altri, i più, che non ne vogliono proprio sapere e mettono in atto scenate allucinanti.&nbsp;<br>Come aiutarli?<br> Il genitore potrebbe farlo invitandolo ad utilizzare il semplice ditino bagnato da passare sopra i denti. Una volta abituato a questo, si può usare lo spazzolino magari servendosi prima di quello <em>da dito.&nbsp;</em><br>La strategia del “giocare” con lo spazzolino potrebbe essere un modo per rendere questa abitudine igienica una routine piacevole sia per grandi che per piccini.&nbsp;</p>



<p></p>



<p class="has-text-color has-luminous-vivid-orange-color"><strong>CAPRICCI PER IL PANNOLINO.</strong> </p>



<p>L’uso del pannolino e lo “spannolinamento” possono rappresentare altri motivi di frequente nervosismo tra genitori e figli.&nbsp;<br>Il momento in cui si toglie il pannolino, in particolare, costituisce un momento delicato quanto importante nella crescita del bambino e per questo i genitori dovrebbero affrontarlo con la massima attenzione, impiegando tutta la pazienza di cui sono capaci.&nbsp;<br><em><strong>Alcuni suggerimenti:&nbsp;<br></strong></em>-provare a togliere il pannolino in estate, meglio sarebbe al mare;&nbsp;<br>-utilizzare indumenti senza bottoni e che facilmente il bambino può sfilare da solo;&nbsp;<br>-non mettere fretta al bambino e rispettare i suoi tempi, incoraggiandolo e consolandolo quando si farà la pipì addosso;&nbsp;<br>-non avviare questa fase in prossimità di altri eventi stressanti (es: nascita di un fratellino, trasloco, lutto, malattia);&nbsp;<br>-utilizzare materiale ludico su cui il bambino possa proiettare le sue ansie, i tentativi, le frustrazioni e i successi (es: bambola, peluches, mutandine colorate, riduttori/vasini accattivanti);<br>-non essere parchi nel fare i complimenti;<br>-non rimanere male, non abbattersi e soprattutto non dimostrarlo se, anche dopo diverse volte che il piccolo fa la pipì nel vasino/water, tornerà a farsela addosso.&nbsp;<br>E’ altrettanto utile parlare con il bambino di pipì e cacca, leggere insieme dei libri sull’argomento e soddisfare tutte le sue curiosità in proposito. L’esempio sull’utilizzo del bagno da parte dei genitori è un altro importante insegnamento.&nbsp;</p>



<p></p>



<p class="has-text-color has-luminous-vivid-orange-color"><strong>CAPRICCI PER LA NASCITA DI UN/A FRATELLINO/SORELLINA.</strong> </p>



<p>Perdere il primato nelle attenzioni dei genitori può essere traumatico per il bambino, meglio prepararlo e lavorare sui suoi timori il più presto possibile quando si sa di aspettare un altro figlio.&nbsp;<br>E’ importante <em><strong>renderlo subito partecipe</strong></em> della prossima nascita del fratellino/sorellina quando si è all’inizio della gravidanza in modo da fargli comprendere il cambiamento fisico della mamma e il processo di gestazione.&nbsp;<br>E’ poi fondamentale <em><strong>parlargli del “nuovo bambino” in maniera realistica</strong></em> e non solo come un “perfetto compagno di giochi&#8221;. Fare riferimento a episodi e modi di fare del primo figlio per spiegargli realisticamente, gli aspetti positivi e negativi, dell’avere un fratello.&nbsp;<br>Una volta nato il secondogenito, uno dei motivi di conflitto potrebbe sorgere per la condivisione degli spazi e dei giochi, oltre che dell’affetto degli adulti. Se però i genitori riescono a coinvolgere il figlio maggiore nella suddivisione degli spazi e nella scelta dei giochi da condividere, egli si sentirà più attivo e si separerà con meno difficoltà dai suoi oggetti. <br> I genitori potrebbero, nei mesi prima del parto, cambiare alcune routine in vista dell’arrivo del ‘secondo’ bambino in modo da abituare gradualmente il primogenito.&nbsp;</p>



<p></p>



<p class="has-text-color has-luminous-vivid-orange-color"><strong>CAPRICCI CON I FRATELLI.</strong> </p>



<p>Diventato grande il secondogenito, i bisticci tra fratelli potrebbero diventare la prassi. La cosa migliore sarebbe non intervenire nei loro conflitti (se non per evitare che si facciano male) in modo che si abituino a “<em><strong>cavarsela da soli</strong></em>”. Nel caso in cui i genitori si trovassero costretti a farlo, sarebbe meglio non prendere le difese di nessuno (a meno che non sia necessario) e offrirsi di ragionare insieme su come risolvere il problema. </p>
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		<title>Intervista: parlare di sessualità con i nostri figli</title>
		<link>https://www.psicologasilviamimmotti.it/intervista-parlare-di-sessualita-con-i-nostri-figli/</link>
		
		<dc:creator><![CDATA[Silvia]]></dc:creator>
		<pubDate>Tue, 13 Nov 2018 07:22:36 +0000</pubDate>
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					<description><![CDATA[<p><img class="size-medium wp-image-968 alignright" src="https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2018/11/vignette-15-300x300.png" alt="" width="300" height="300" />Come anticipato, ecco a voi l'intervista che mi ha fatto Annalisa sull'argomento della<br />
<span style="color: #800080;"><strong>SESSUALITA' DI BAMBINI E ADOLESCENTI</strong>.</span><br />
<span class="text_exposed_show">L’argomento della sessualità, purtroppo, non è affrontato con metodo dalle istituzioni e, questa per noi, è una grave mancanza al sostegno e allo sviluppo psicofisico del bambino e, successivamente, dell’adolescente.<br />
Ringrazio Annalisa per l'idea e la collaborazione!<br />
Insieme ci auguriamo che questa chiacchierata sia occasione di riflessione per voi e per porci nuove domande e ulteriori approfondimenti.. &#160;<a href="https://www.psicologasilviamimmotti.it/intervista-parlare-di-sessualita-con-i-nostri-figli/" rel="nofollow">Leggi tutto »</a></p>
<p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.psicologasilviamimmotti.it/intervista-parlare-di-sessualita-con-i-nostri-figli/">Intervista: parlare di sessualità con i nostri figli</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.psicologasilviamimmotti.it">Psicologa Silvia Mimmotti</a>.</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p>Come anticipato, ecco a voi l&#8217;intervista che mi ha fatto Annalisa sull&#8217;argomento della<br />
<span style="color: #800080;"><strong>SESSUALITA&#8217; DI BAMBINI E ADOLESCENTI</strong>.</span></p>
<p>Annalisa è una tata professionista, in continua formazione, impegnata da anni nell’educazione e nella crescita dei bambini e che supporta i genitori nell’affrontare particolari dinamiche o fasi della vita del bambino (qui potrete trovare la sua presentazione: <a href="https://annalisamancuso.com/informazioni/">https://annalisamancuso.com/informazioni/</a>).</p>
<p>Insieme, mesi fa, abbiamo deciso di strutturare un breve lavoro su questo argomento creando un&#8217;intervista in cui, attraverso delle domande, si potessero affrontare tematiche di vario interesse e che potessero offrire spunti per tutti i genitori che sono alla ricerca di strumenti validi per accompagnare i propri figli nella crescita e nell&#8217;educazione sessuale.</p>
<p><span class="text_exposed_show">L’argomento della sessualità, purtroppo, non è affrontato con metodo dalle istituzioni e, questa per noi, è una grave mancanza al sostegno e allo sviluppo psicofisico del bambino e, successivamente, dell’adolescente.<br />
Ringrazio Annalisa per l&#8217;idea e la collaborazione!<br />
Insieme ci auguriamo che questa chiacchierata sia occasione di riflessione per voi e per porci nuove domande e ulteriori approfondimenti.<br />
<strong>Commentate e partecipate: ci interessa il vostro parere e il vostro punto di vista, le vostre esperienze come genitori ma anche come professionisti.</strong></span></p>
<blockquote><p><strong>Il genitore vorrebbe essere sempre una guida per il bambino, in tutte le fasi della crescita e in tutte le dimensioni della sua vita. Come può il genitore essere una guida presente, quando osserva una curiosità del bambino rispetto al proprio corpo?</strong></p>
<p>Questi giochi autoerotici sono normali e sani, fanno parte del processo di crescita. Si ricorre ad essi come gioco. Il consiglio principale che mi sento di dare ai genitori che notano un comportamento simile nel proprio bambino è di non colpevolizzarlo o punirlo o giudicarlo negativamente anche con segnali non verbali. Il genitore inoltre non dovrebbe spaventarsi o fare di tutto per evitare le domande dei figli. E’ buona cosa rispondere in maniera semplice, serena e chiara alle loro curiosità relative alla sessualità. Impiegate tempo per spiegare a vostro figlio che giocare con il proprio e altrui corpo è molto piacevole ma a condizione che tutti i partecipanti siano d’accordo. Intervenite solo per insegnare che questi comportamenti è opportuno &#8230;</p></blockquote>
<p>Siete curiosi?<br />
Collegatevi a questo link per leggere l&#8217;intervista completa:  <a href="https://annalisamancuso.com/2018/11/12/intervista-a-silvia-mimmotti-lo-sviluppo-della-sfera-sessuale-nel-bambino/?fbclid=IwAR3dUyt6H-Q4aCCoCwPj-QQr_MxD_s1qcSwfG6AW1A9xJ8MlRzKgZgxixA0/">https://annalisamancuso.com/2018/11/12/intervista-a-silvia-mimmotti-lo-sviluppo-della-sfera-sessuale-nel-bambino/?fbclid=IwAR3dUyt6H-Q4aCCoCwPj-QQr_MxD_s1qcSwfG6AW1A9xJ8MlRzKgZgxixA0/</a></p>
<p>Buona lettura <img src="https://s.w.org/images/core/emoji/13.1.0/72x72/1f642.png" alt="🙂" class="wp-smiley" style="height: 1em; max-height: 1em;" /></p>
<p><img loading="lazy" class="aligncenter wp-image-984 size-full" src="https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2018/11/vignette-14.jpg" alt="" width="790" height="234" srcset="https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2018/11/vignette-14.jpg 790w, https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2018/11/vignette-14-470x139.jpg 470w, https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2018/11/vignette-14-768x227.jpg 768w" sizes="(max-width: 790px) 100vw, 790px" /></p>
<p>&nbsp;</p>
<p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.psicologasilviamimmotti.it/intervista-parlare-di-sessualita-con-i-nostri-figli/">Intervista: parlare di sessualità con i nostri figli</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.psicologasilviamimmotti.it">Psicologa Silvia Mimmotti</a>.</p>
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		<title>Costruire una comunicazione efficace con i figli</title>
		<link>https://www.psicologasilviamimmotti.it/costruire-una-comunicazione-efficace-con-i-figli/</link>
		
		<dc:creator><![CDATA[Silvia]]></dc:creator>
		<pubDate>Mon, 22 Oct 2018 14:41:14 +0000</pubDate>
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					<description><![CDATA[<p>&#160;</p>
<div>Abbiamo spiegato nello scorso articolo quanto sia importante avere una buona relazione con i propri figli e <img class="alignright size-medium wp-image-897" src="https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2018/10/7583aa33eb924dbdebd20be7a4ecde72-295x300-295x300.jpg" alt="" width="295" height="300" />che, una delle maggiori difficoltà per un genitore, sia proprio quella di poter parlare con loro.</div>
<div>Frequenti le domande che gli adulti si fanno e mi rivolgono: “<em>È talmente piccolo che è utile parlargli delle emozioni?</em>” oppure “<em>Io sono il padre, le decisioni le prendo io poi sarà mio figlio ad adeguarsi. Non crede?</em>” o ancora “<em>Come si possono trattare argomenti come l’uso di contraccettivi e le questioni economiche con un adolescente?</em>”.</div>
<div></div>
<div></div>
<div>Chissà quanti di voi, che state qui leggendo, si sono posti queste stesse questioni?!</div>
<div></div>
<div></div>
<div><strong>Partiamo dal presupposto che si può parlare di tutto con i propri figli, adeguando linguaggio e aspettative alla loro età. Alla base di tutto però dobbiamo investire sulla buona comunicazione. Come fare?</strong></div>
<p>.. &#160;<a href="https://www.psicologasilviamimmotti.it/costruire-una-comunicazione-efficace-con-i-figli/" rel="nofollow">Leggi tutto »</a></p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<p>&nbsp;</p>
<div>Abbiamo spiegato nello scorso articolo quanto sia importante avere una buona relazione con i propri figli e come, una delle maggiori difficoltà per un genitore, sia proprio quella di poter parlare con loro.</div>
<div>Frequenti le domande che gli adulti si fanno e mi rivolgono: “<em>È talmente piccolo che è utile parlargli delle emozioni?</em>” oppure “<em>Io sono il padre, le decisioni le prendo io poi sarà mio figlio ad adeguarsi. Non crede?</em>” o ancora “<em>Come si possono trattare argomenti come l’uso di contraccettivi e le questioni economiche con un adolescente?</em>”.</div>
<div></div>
<div></div>
<div>Chissà quanti di voi, che state qui leggendo, si sono posti questi stessi interrogativi?!</div>
<div></div>
<div></div>
<div><strong> </strong></div>
<div><strong>Partiamo dal presupposto che si può parlare di ogni cosa con i propri figli, adeguando linguaggio e aspettative alla loro età. Alla base di tutto però c&#8217;è il fatto che bisogna investire sulla buona comunicazione. Come fare?</strong></div>
<div></div>
<div></div>
<div></div>
<div>Discutiamone insieme andando ad analizzare alcuni aspetti essenziali.</div>
<p>&nbsp;</p>
<blockquote><p>Create il giusto clima</p></blockquote>
<p>Da che cosa iniziare? Sicuramente dal <strong>CLIMA</strong> nel quale dialogare: preoccupatevi che sia positivo e che si basi sulla FIDUCIA reciproca, l’ASCOLTO attivo e rispettoso, la VICINANZA emotiva.<br />
Parole magiche? No, semplicemente i primi tasselli per creare le basi di un qualsiasi proficuo rapporto comunicativo: cercare di utilizzare parole affettuose e capaci di creare disponibilità a dialogare e mettersi in ascolto. Rispettate i pensieri e i sentimenti dei vostri figli, mostrate loro empatia. Se sanno che, comunque sia e qualsiasi cosa compiano, voi genitori sarete lì per accoglierli e discutere insieme soluzioni, accorgimenti e strategie, per i vostri figli sarà NATURALE rivolgersi a voi in caso di difficoltà o per condividere pensieri e comportamenti.</p>
<blockquote><p>Non giudicateli</p></blockquote>
<p><strong>NON GIUDUCATELI</strong>. Il giudizio vi pone in un piano di superiorità e lontananza rispetto a loro e porterà i bambini e i ragazzi a non provare piacere nel confidarsi con voi per timore di essere sgridati o criticati. Qualora vi ponessero in difficoltà presentandovi il loro punto di vista sul mondo e le loro insicurezze, cercate di accogliere anche la loro opinione; solo perché a volte essa è così distante dalla nostra di adulti non significa necessariamente che sia errata. Ciò non vuol dire che bisogna sempre e comunque elogiarli o non contraddirli ma solo che potrebbe essere più semplice e produttivo far notare loro gli errori che commettono se prima si è costruito un buon rapporto e si è lavorato per poter “parlare insieme di ogni cosa senza paura di&#8230;”.</p>
<blockquote><p>Ammettete i vostri errori e scendete dal piedistallo</p></blockquote>
<p><span style="color: #555555; font-size: 16px;">Capita nella vita di tutti i giorni, proprio perché siamo umani, di sbagliare. E si sbaglia anche con i figli: capita di reagire in maniera nervosa ad un loro comportamento, di alzare troppo la voce, di arrivare a conclusioni o dare sentenze affrettate, di non dedicare abbastanza attenzioni. Se vi aspettate rispetto e complicità da parte dei più piccoli, ripagateli con la stessa moneta e fate voi il primo passo. </span><strong style="color: #555555; font-size: 16px;">AMMETTERE I PROPRI ERRORI e SCENDERE DAL PIEDISTALLO</strong><span style="color: #555555; font-size: 16px;"> sul quale -a volte inconsciamente ci si pone in famiglia- sarebbe il comportamento più opportuno da tenere.</span></p>
<blockquote>
<div>Lasciate che commettano errori ed insegnate strategie</div>
</blockquote>
<div>Al tempo stesso, <strong>LASCIATE CHE I FIGLI COMMETTANO ERRORI:</strong> è naturale farli e servono per crescere. Spendete piuttosto energie per <strong>INSEGNARE LORO</strong> ad aver la forza e le <strong>STRATEGIE</strong> per superare le eventuali cadute e le difficoltà che possono incontrare.</div>
<div></div>
<blockquote>
<div>Favorite l&#8217;autonomia</div>
</blockquote>
<div><strong>FAVORITE L’AUTONOMIA</strong> comportamentale e cognitiva dei vostri figli, evitate di essere iperprotettivi! Il rapporto con voi genitori è importantissimo ma lo è anche quello con i pari. Incoraggiate ed aiutate i bambini e i ragazzi ad organizzare momenti di incontro con gli amici (al parco, al cinema, in bicicletta, &#8230;).  Altrettanto importanti sono le relazioni con i compagni di scuola e dello sport, i formatori, gli educatori e i coaches.</div>
<div></div>
<blockquote>
<div>Stimolate la riflessione e la creatività</div>
</blockquote>
<div>Per aiutarli a costruirsi strategie e favorirli nello sviluppo dell&#8217;autonomia, <strong>ALLENATELI A RIFLETTERE e STIMOLATE LA LORO CREATIVITÀ</strong>. Mantenere una mente flessibile e un pensiero “colorato”, li aiuterà a non sentirsi mai soli e a trovare sempre il modo per reagire e divertirsi. GIOCATE quindi con loro, LEGGETE storie, INVENTATENE di vostre, DISEGNATE, FATE PASSEGGIATE, alimentate la CURIOSITÀ, INSEGNATE A METTERSI IN ASCOLTO degli altri e di loro stessi &#8230; impastatevi nella loro originale, festosa, caotica vita!</div>
<div></div>
<blockquote>
<div>Trovate il tempo</div>
</blockquote>
<div><strong>TROVARE IL TEMPO</strong> per dedicarsi ai figli significa investire nella qualità dei momenti trascorsi insieme e impiegare energie per costruire con loro uno ‘spazio comunicativo’. Sapere di potersi rivolgere <i>sempre e comunque</i> ai propri genitori, potrebbe evitare che molti preferiscano gli amici e i siti internet per soddisfare le proprie curiosità.</div>
<div></div>
<blockquote>
<div>Insegnate con l&#8217;esempio</div>
</blockquote>
<div>Che sia poi il <strong>VOSTRO ESEMPIO</strong>, più che le parole, ad essere da guida per bambini e ragazzi.</div>
<div></div>
<blockquote>
<div>Non imponetevi</div>
</blockquote>
<div>Nel dialogare con loro, <strong>NON IMPONETEVI</strong>. La rigidità e la durezza non facilitano mai la comunione di idee. Anche quando si è nervosi, sarebbe meglio non esagerare con i toni e gli atteggiamenti di ira o le punizioni. Sarebbe preferibile invece facilitare il più possibile il dialogo, far loro domande, incentivare i ragionamenti e cercare di raggiungere insieme degli accordi che lascino soddisfatti tutti.</div>
<div></div>
<blockquote>
<div>Capite che cosa vi chiedono</div>
</blockquote>
<div>Cercate di <strong>CAPIRE CHE COSA</strong> i ragazzi vi stiano chiedendo: vorrebbero semplicemente essere ascoltati e sfogarsi o desidererebbero trovare insieme a voi delle soluzioni ai loro problemi? Comprendere questa fondamentale differenza è essenziale per non sbagliare il nostro modo di porci. Per gli adulti non è facile tacere; eppure, in certe occasioni, si deve accettare di essere semplici ascoltatori.</div>
<div></div>
<blockquote>
<div>Raccontate le vostre esperienze</div>
</blockquote>
<div>È altresì importante <strong>CONDIVIDERE LE PROPRIE ESPERIENZE</strong> e non <em>dividere</em> quelle dei genitori da quelle dei figli. Ammettere di provare certi sentimenti e condividere i pensieri fa sì che i più giovani sentano meno distanti gli adulti, che si costruisca un clima di maggiore fiducia nel quale intavolare certi discorsi, che l’adulto non sia posto su un piedistallo “perenne” e che ci si possa confrontare proponendo soluzioni diverse.</div>
<div></div>
<blockquote>
<div>Coinvolgeteli nelle decisioni</div>
</blockquote>
<div>Il passo successivo e più naturale è quello di <strong>COINVOLGERE</strong> anche i più piccoli <strong>NELLE DECISIONI CHE RIGUARDANO LA FAMIGLIA</strong>. Dare valore al loro punto di vista e ai loro gusti, aumenta la fiducia e l’unione.</div>
<div></div>
<blockquote>
<div>Siate genitori, non amici</div>
</blockquote>
<div>Cosa importante da tenere sempre a mente è ricordare che, da voi, <strong>VOGLIONO GENITORI, non amici!</strong> Quante mamme e papà mi dicono, con una punta di orgoglio quasi: <em>“Io sono la migliore amica di mia/o figlia/o”.</em> Non c’è errore più grande! Gli amici li hanno e devono essere bambini o ragazzi della loro età, con i quali condividere esperienze del momento. Gli adulti sono e devono ricoprire l’altrettanto ma ben diverso ruolo di genitore. Questo ovviamente non significa che essere genitori implichi dare solo regole o porsi in una posizione di potere e superiorità.</div>
<div></div>
<blockquote>
<div>Credete in loro</div>
</blockquote>
<div>L&#8217;ultima cosa, ma non per questo la meno importante, è: <strong>CREDETE IN LORO!</strong> Cito <em>“Un bambino che crede in se stesso è un bambino che ha avuto genitori che hanno creduto in lui”</em>.</div>
<div style="text-align: left;">C’è una frase bellissima che dice: <strong><em>dona, a chi ami, radici per restare e ali per volare</em></strong>. Se il genitore aiuta un figlio a strutturarsi come persona, ha fiducia in lui e lo stimola a crescere indipendente. Nel momento in cui lo stesso si allontanerà, il genitore saprà di poter sempre contare su di lui.</div>
<div></div>
<div></div>
<div style="text-align: center;"></div>
<div style="text-align: center;"></div>
<div style="text-align: center;"></div>
<div style="text-align: center;"><span style="color: #333333; font-family: Raleway, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: bold; letter-spacing: 1px; text-transform: uppercase;"> </span></div>
<div></div>
<div style="text-align: center;"><span style="color: #333333; font-family: Raleway, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: bold; letter-spacing: 1px; text-transform: uppercase;">(IMMAGINE PRESA DAL WEB, I DIRITTI SONO RISERVATI AI SUOI PROPRIETARI)</span></div>
<div>
<p>&nbsp;</p>
</div>
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		<title>Il mestiere di genitore</title>
		<link>https://www.psicologasilviamimmotti.it/il-mestiere-di-genitore/</link>
		
		<dc:creator><![CDATA[Silvia]]></dc:creator>
		<pubDate>Thu, 04 Oct 2018 09:47:38 +0000</pubDate>
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					<description><![CDATA[<p class="p1"><span class="s1"><img class="alignleft size-medium wp-image-868" src="https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2018/10/essereGenitori-e1538646038435-449x300.jpg"
La <strong>GENITORIALITA’</strong> è qualcosa che non può essere confinato al semplice evento della nascita di un figlio nè è definita una volta per tutte quando si apprende la notizia di essere diventati madri o padri. Questo concetto porta con sé sia aspetti individuali legati alla nostra visione e aspirazione di come un genitore dovrebbe essere, sia elementi di coppia cioè di come, i partner, collaborino nel rivestire tale importante ruolo. La genitorialità, inoltre, comporta una SERIE CONTINUA DI CAMBIAMENTI, affettivi comunicativi e relazionali, durante tutto l’arco della vita perché non si può pretendere di essere ‘genitori sempre allo stesso modo’, .. &#160;<a href="https://www.psicologasilviamimmotti.it/il-mestiere-di-genitore/" rel="nofollow">Leggi tutto »</a></p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<p class="p1"><span class="s1">Non so chi di voi abbia letto “<em>Il mestiere di figlio</em>”, libro di Guri Tuft.<br />
</span><span class="s1">Narra le vicende e le riflessioni di un ragazzino di 13 anni, Sigmund, che si trova a vivere la classica fase di transizione adolescenziale e aspetta con ansia la maggiore età per potersi dedicare all’amore, notare la sua voce cambiare e sentirsi sostenuto dai genitori. Questi ultimi però, divorziati ed ex sessantottini, sono rivolti a tutt&#8217;altro e impegnati a risolvere le loro faticose quotidianità.<br />
</span><span class="s1">Non è difficile immedesimarsi nel giovane protagonista, soprattutto se si legge questo racconto più o meno alla stessa età di Sigmund, su suggerimento del professore di psicologia al liceo. In quel periodo, si è ancora in piena fase di ribellione verso i propri genitori e schierarsi dalla parte del rossiccio e riccioluto ragazzino che campeggia nella copertina del libro, sembra la cosa più semplice! In fondo, è vero, nessuno ci insegna “come ESSERE FIGLI”.<br />
</span><span class="s1">Ma neanche il <strong><em>DURO MESTIERE DEL GENITORE</em></strong> ci viene insegnato!<br />
</span><span class="s1">Quanti adulti sono alla disperata ricerca di un programma o di un libro con “le istruzioni” per diventarlo?! Non a caso sono tantissimi i saggi ed i manuali che millantano di insegnare come comportarci in questo complesso ruolo. E, altrettanto non a caso, è facile che adulti pressati dalle continue richieste di società, mass media, scuola e figli, si facciano travolgere dal facile marketing. </span></p>
<p class="p1"><span class="s1">Cerchiamo allora di ragionare insieme su cosa significhi essere genitori e che cosa sia la genitorialitá, di cui tanto si parla oggi. </span></p>
<p class="p1"><span class="s1">La <strong>GENITORIALITA’</strong> è qualcosa che non può essere confinato al semplice evento della nascita di un figlio nè è definita una volta per tutte quando si apprende la notizia di essere diventati madri o padri. Questo concetto porta con sé sia aspetti individuali legati alla nostra visione e aspirazione di come un genitore dovrebbe essere, sia elementi di coppia cioè di come i partner collaborino nel rivestire tale importante ruolo. La genitorialità, inoltre, comporta una SERIE CONTINUA DI CAMBIAMENTI, affettivi comunicativi e relazionali, durante tutto l’arco della vita perché non si può pretendere di essere ‘genitori sempre allo stesso modo’, applicando il medesimo stile educativo per ogni figlio e ad ogni età.<br />
</span></p>
<p class="p1"><span class="s1"><img loading="lazy" class="alignright size-medium wp-image-871" src="https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2018/10/granice-wytrwalosci-w-nadziei-306x300.jpg" alt="" width="306" height="300" srcset="https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2018/10/granice-wytrwalosci-w-nadziei-306x300.jpg 306w, https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2018/10/granice-wytrwalosci-w-nadziei-45x45.jpg 45w, https://www.psicologasilviamimmotti.it/wp-content/uploads/2018/10/granice-wytrwalosci-w-nadziei.jpg 504w" sizes="(max-width: 306px) 100vw, 306px" />FARE IL GENITORE richiede di modificare spesso il proprio stile di vita, rimettere in discussione la prop</span><span class="s1">ria progettualità e il desiderio di realizzazione personale. Si passa inoltre dall’essere coppia (per cui già si è fatto un gran lavoro poiché  si è passati dall’individualismo al dualismo) all’essere FAMIGLIA. I propri bisogni e quelli del partner passano in secondo piano per assolvere ed educare quelli di un figlio.<br />
</span><span class="s1"><strong>EDUCARE</strong> viene dal latino ‘educere’, ossia “tirare fuori”. Questo significa che all’adulto viene chiesto sia di attingere dalle proprie capacità cognitive, affettive, relazionali ed istintuali per trasmettere alla prole, sia di impegnarsi ad accompagnare il figlio ad esternare e rafforzare le risorse che possiede. </span></p>
<p class="p1"><span class="s1">Quindi non servono manuali o elenchi di ‘chissà chi’ per essere un “buon genitore” (considerando ovviamente una situazione normale e non patologica!). Occorre<span class="Apple-converted-space">  </span>piuttosto fare appello a se stessi, utilizzare le proprie possibilità, <strong>METTERSI IN DISCUSSIONE e IN ASCOLTO AMOREVOLE del proprio figlio, CRESCERE CON LUI, passo dopo passo, cercando di affrontare INSIEME le difficoltà che si incontrano</strong>. </span></p>
<p class="p1"><span class="s1">Per aiutarci in maniera semplice, riassumo i consigli che le autrici, Jessica Joelle Alexander e Iben Dissing Sandahl, hanno riportato nel libro “Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni” che sta spopolando in Italia e non solo. Sulle scrittrici è uscita un’intervista interessante sul Cosmopolitan (<a href="https://www.cosmopolitan.com/it/lifestyle/libri/a15867641/metodo-danese-per-crescere-bambini-felici-libro/"><span class="s2">https://www.cosmopolitan.com/it/lifestyle/libri/a15867641/metodo-danese-per-crescere-bambini-felici-libro/</span></a>). </span></p>
<p class="p1"><span class="s1">Il <strong>METODO DANESE</strong> si basa su 6 principi, le cui iniziali costituiscono proprio l&#8217;acronimo “Parent” (=genitore).<br />
</span><span class="s1"><b>P</b>LAY (gioco). Lo sport è importante ma altrettanto lo è il GIOCO LIBERO. Giocando, i bambini sviluppano la creatività ed imparano a trovare da soli le strategie per affrontare le difficoltà che possono incontrare. E’ importante inoltre che l’adulto non intervenga -a meno che non ci siano problemi o pericoli- in questo spazio libero.<br />
</span><span class="s1"><b>A</b>UTHENTICITY (autenticità). NON FINGERE con i propri figli, non evitare emozioni o condivisione di sentimenti con loro. La quotidianità non è sempre positiva, quindi è inutile nascondere le difficoltà. Essendo se stessi, ci si sente sereni anche nell’affrontare argomenti difficili con i bambini ed i ragazzi.<br />
</span><span class="s1"><b>R</b>EFRAMING (ristrutturazione degli aspetti negativi). Ciò non significa essere <i>ostinatamente</i> positivi ma porsi il più possibile come un OTTIMISTA REALISTA, che vede la realtà come è veramente (con pregi e difetti) e sa trovare con maggiore facilità il positivo nelle sfide. Solo così si dà coraggio e si spinge il più piccolo ad attivarsi per adattarsi e gestire la realtà.<br />
</span><span class="s1"><b>E</b>MPATHY (empatia). E’ fondamentale e va trasmessa ed allenata, DANDO IL BUON ESEMPIO prima di ogni altra cosa. La Alexander sottolinea &#8220;<em>occorre insegnarla, perché riduce il narcisismo, il bullismo e aumenta la felicità. L’empatia inizia comprendendo e fidandosi delle proprie emozioni, così che possiamo imparare come capire gli altri</em>”. Coltiviamola anche leggendo con i nostri figli le storie che stimolino varie emozioni; così facendo essi si allenano a stare vicino agli altri e a non etichettarli negativamente.<br />
</span><b>N</b>O ULTIMATUM<span class="Apple-converted-space">  </span>(nessun ultimatum). I ricatti, le punizioni e gli ultimatum non fanno che alimentare le controversie tra genitori e figli. Passiamo piuttosto maggiore tempo a SPIEGARE le regole e le motivazioni alla base dei nostri consigli. Facendolo con tranquillità, rimarcando e spendendo attenzione nello spiegare, otterremo sicuramente maggiori risultati e a lungo termine.<br />
<span class="s1"><b>T</b>OGETHERNESS (intimità). Creando questo SPAZIO INSIEME, solo per la famiglia, allontanando ogni stress e preoccupazione o negatività, i figli si sentono sicuri &#8211; accolti &#8211; coccolati. Si crea maggiore unione e cooperazione nel nucleo familiare. Si sta bene e, quando ci si allontana, si ha la consapevolezza di poter sempre contare su quella “base sicura”. </span></p>
<p class="p1"><span class="s1">Come potete vedere, sebbene non voglia assolutamente criticare il metodo danese nè mettare in discussione i 6 fondamentali principi sui quali ci chiedono di ragionare e costruire il nostro stile educativo, vorrei farvi riflettere sul fatto che … non ci dicono nulla di nuovo rispetto a ciò che spesso e in maniera naturale facciamo. </span><span class="s2">A volte, certi suggerimenti, ci aiutano a capire che ciò che stiamo facendo è la cosa più adatta o che, con piccole modifiche al nostro comportamento, potremmo migliorare la relazione con nostro figlio.</span><span class="s1"> </span></p>
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<p class="p1"><strong><em><span class="s1">Qualora ci siano particolari situazioni o si abbia semplicemente bisogno di un confronto con un professionista, è utile rivolgersi allo psicologo. </span><span class="s1">Sono a disposizione per ogni dubbio e approfondimento, per organizzare incontri individuali, di coppia o di gruppo al fine di sostenere e migliorare il proprio ruolo di genitore. </span></em></strong></p>
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<p>L'articolo <a rel="nofollow" href="https://www.psicologasilviamimmotti.it/il-mestiere-di-genitore/">Il mestiere di genitore</a> proviene da <a rel="nofollow" href="https://www.psicologasilviamimmotti.it">Psicologa Silvia Mimmotti</a>.</p>
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