Costruire una comunicazione efficace con i figli

 

Abbiamo spiegato nello scorso articolo quanto sia importante avere una buona relazione con i propri figli e che, una delle maggiori difficoltà per un genitore, sia proprio quella di poter parlare con loro.
Frequenti le domande che gli adulti si fanno e mi rivolgono: “È talmente piccolo che è utile parlargli delle emozioni?” oppure “Io sono il padre, le decisioni le prendo io poi sarà mio figlio ad adeguarsi. Non crede?” o ancora “Come si possono trattare argomenti come l’uso di contraccettivi e le questioni economiche con un adolescente?”.
Chissà quanti di voi, che state qui leggendo, si sono posti queste stesse questioni?!
Partiamo dal presupposto che si può parlare di tutto con i propri figli, adeguando linguaggio e aspettative alla loro età. Alla base di tutto però dobbiamo investire sulla buona comunicazione. Come fare?

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Lutto e lutto sospeso

«Sono R., ho 54 anni. Sono rimasta da sola, all’improvviso e ingiustamente, in una stellata notte di metà mese. Ero sposata da quasi venti anni con quello che ho sempre pensato fosse ‘l’altra metà perfetta della mia mela’. Ero certa che saremmo rimasti insieme per tutta la vita! Avevamo tanti progetti ancora…. ma ogni cosa è andata distrutta, in un attimo. 
Perché a me? Perché a noi? Perché…? 
Non è giusto

Freud dice che, nel lutto, sono presenti di fatto sempre due componenti: la sofferenza ..  Leggi tutto »

La Sindrome di Down

ll 21 marzo si celebra la tredicesima edizione della “World Down Syndrome Day” – WDSD – Giornata Mondiale della Sindrome di Down, sancita ufficialmente dall’ONU per diffondere una maggiore consapevolezza su tale Sindrome.

Dopo il tema dell’anno scorso “My Voice, My Community” (che sosteneva il diritto delle persone con sindrome di Down a “farsi sentire” ed essere ascoltati), il tema di quest’anno è WHAT I BRING TO MY COMMUNITY” (= IL MIO CONTRIBUTO ALLA SOCIETA’) che vuole porre l’accento sul fatto che anche queste persone sono importanti risorse per la comunità con il loro..  Leggi tutto »

Aiutiamo chi aiuta

Mi ricordo che quel giorno, arrivata al quarto item dell’intervista che chiedeva “Professione?”,
E. mi rispose: “Ehm..disoccupata, si può dire?”.
E. era titubante nell’ammetterlo, quasi provasse vergogna. Abbassò gli occhi ma si affrettò a spiegare: Ho perso il lavoro. Sa’, non è facile occuparsi di un genitore malato 24 ore su 24 e mantenere anche un mestiere. All’inizio prendevo permessi, uscivo prima, entravo più tardi. Poi le corse a casa per urgenze sono diventate sempre più frequenti. Il dolore non perdona! Ma la società non segue i nostri ritmi così mi hanno licenziato. Mia madre ormai ha sempre più bisogno di semplice compagnia oltre che di assistenza. Da quando ha il cancro non riesce più a stare sola un momento e se io mi allontano per un tempo che lei giudica eccessivo, si dispera..si arrabbia..si offende.

Durante parte del tirocinio professionalizzante ero impegnata presso il Day Hospital oncoematologico dell’ospedale Bufalini di Cesena dove svolgevo un progetto di ricerca che coinvolgeva pazienti onologici e loro familiari. Da questi ultimi raccoglievo dati sul peso dell’assistenza ai loro parenti malati e sul loro livello di carico emotivo (in ‘psicologhese’ si dice “burden”) tramite dei questionari validati e un’intervista semistrutturata costruita ad hoc…  Leggi tutto »