Per quanto riguarda l’INTERVENTO IN AMBITO SCOLASTICO i bambini/ragazzi sono tutelati dalla Legge N. 170/2010. Essa riconosce, per la prima volta in ambito scolastico, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento ed assegna alla scuola il compito di individuare le modalità didattiche più adeguate affinché tutti gli studenti, compresi quelli con DSA, possano raggiungere il successo formativo. Si promuove dunque una didattica personalizzata e individualizzata per tutti e si introduce la possibilità di utilizzare strumenti dispensativi e compensativi. Tali accorgimenti sono necessari per permettere a tutti gli alunni il raggiungimento del successo formativo, a partire dalle loro risorse e potenzialità.
Come riportato nel precedente approfondimento, ci preme ricordare che coloro che hanno un Disturbo Specifico dell’Apprendimento hanno il diritto e possono imparare come tutti gli altri bambini/ragazzi ma con tempi e modalità un pochino differenti. Queste particolarità devono essere notate, comprese, accolte ed affrontate in modo da permettere il raggiungimento dei medesimi risultati.
E’ altresì importante che le famiglie, quanto i ragazzi e gli educatori conoscano tutte queste informazioni.
GLI STRUMENTI DISPENSATIVI E COMPENSATIVI
Come in questo articolo, può capitare spesso di sentir nominare le parole “strumenti dispensativi e compensativi”. Di che cosa si tratta? Andiamo a spiegarli.
Per STRUMENTI DISPENSATIVI si intendono accorgimenti come: esonero da alcune prestazioni (es: leggere ad alta voce, prendere appunti manualmente, …), tempi personalizzati per lo svolgimento delle attività, valutazione che consideri più il contenuto che la forma), ecc. Ad esempio, ad un dislessico verrà evitato di (sarà dispensato dal) leggere ad alta voce un brano davanti a tutti i compagni.
Gli STRUMENTI COMPENSATIVI invece sono tutti quei materiali che vanno a colmare il più possibile la debolezza funzionale causata dal disturbo specifico, facilitando così l’esecuzione dei compiti automatici. Ad esempio, per un discalculico è impossibile imparare e comprendere tutte le formule geometriche quindi gli viene data la possibilità di utilizzare un formulario, cioè un’apposita tabella contenente tutte le formule. Viene spesso data la possibilità agli studenti con DSA di utilizzare tale strumento anche durante le interrogazioni e le verifiche.
CHE COS’E’ IL PDP?
Altra parolina collegata spesso ai bambini e ragazzi con Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
Il PDP è l’acronimo di Piano Didattico Personalizzato.
Vediamo insieme di cosa si tratta.
Se il Disturbo Specifico dell’Apprendimento viene certificato, la scuola ha l’obbligo di elaborare il PDP nel quale sono inserite le misure dispensative e compensative.
Il PDP è un file/documento che deve indicare: i dati anagrafici del bambino/ragazzo, la tipologia del suo disturbo e le difficoltà specifiche. Di seguito a queste informazioni, nel documento vanno elencate le attività individualizzate e personalizzate e le strategie che si decidono di adottare (misure compensative e dispensative) nei suoi confronti. Esso viene stilato dal consiglio docenti e accordato con il genitore e/o il Centro/professionista che ha elaborato la diagnosi.
LA DIDATTICA INCLUSIVA
Nei confronti dei bambini e ragazzi con DSA (e non solo) si parla molto anche di DIDATTICA INCLUSIVA.
Di che cosa si tratta?
Vorrei partire dalla frase di Giacomo Stella, psicologo che da anni lavora e fa ricerca in questo ambito: “Ciò che funziona per lo studente con DSA funziona per tutti, ma non è vero il contrario”.
La didattica inclusiva ha l’obiettivo principale di fare in modo che ogni studente possa arrivare al maggior grado di apprendimento possibile, valorizzando le differenze presenti in ogni classe. Differenze in termini di difficoltà e disturbi, ma anche di punti di forza, personalità, stili di apprendimento e stili di insegnamento. Come abbiamo già accennato, per ogni persona, è fondamentale comprendere le proprie difficoltà sulle quali lavorare senza però dimenticare che è dotata anche di potenzialità dalle quali partire.
Rispettando l’inclusività, è quindi fondamentale lavorare nell’ottica di una didattica che tenga “tutti dentro” e che sia consapevole che “non c’è peggior ingiustizia di dare cose uguali a persone che uguali non sono” (Don Milani).
Si tratta allora di strutturare una didattica accessibile in grado di rendere il percorso scolastico: maggiormente efficace, più piacevole e motivante sia per OGNI studente che per tutti i docenti, e di garantire a ciascuno il raggiungimento del successo personale. Si dovrebbe promuovere una didattica in cui ogni bambino e ragazzo possa apprendere in maniera soddisfacente e funzionale, sostenendo gli stili di apprendimento di tutti.
Se si apprende con semplicità e soddisfazione, le ricadute positive psicologiche sulla motivazione e sull’autostima sono notevoli e positive.
Dott.ssa Silvia Mimmotti, Psicologa e Nellia Arciuolo, Psicologa dell’età evolutiva
BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA: Berton A., Ciceri F., Stella G. et al. (2006). Strategie e tecnologie per l’apprendimento: risorse educative per famiglia e scuola. Pubblicato su: Dislessia, Giornale italiano di ricerca clinica e applicativa. Vol. 3, n. 3, ottobre 2006 (pp. 295-307). Fogarolo F. (2014) Costruire il Piano Didattico Personalizzato, indicazioni e strumenti per una stesura rapida ed efficace. Ed. Le Guide Erickson. Miato L. e Miato S. A. (2003). La didattica inclusiva. Organizzare l’apprendimento cooperativo metacognitivo, ed. Erickson. Mitchell D. (2017). Strategie per la didattica inclusiva. Teorie e modelli «evidenced-based», ed. Erickson, collana “Le guide Erickson”. Sgambelluri R. (2016). L’apprendimento cooperativo come strategie didattico-inclusiva. Mizar. Costellazione di pensieri, n° 2-3- 2016. DOI: 10.1285/i24995835v2016n2-3p24. aiditalia.org anastasis.it