Abbiamo visto che “riuscire a dire NO” è importante e, addirittura, fa bene alla salute.
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Eppure, molti di noi, non riescono a pronunciare con facilità quel NO per paura di:
-ferire,
-rompere/rovinare una relazione,
-disattendere le aspettative,
-essere giudicati negativamente,
-non essere accettati o venire esclusi,
-non essere capaci di sostenere la propria idea,
-fino addirittura a temere ritorsioni.
Nonostante queste paure, capita spesso che, subito dopo aver pronunciato l’ennesimo SI’ controvoglia, non ci sentiamo soddisfatti, magari ci arrabbiamo con noi stessi e la testa si affolla di pensieri rispetto a “cosa avremmo potuto” o “avremmo voluto dire”. Ci si può sentire anche impotenti, manipolati e succubi degli altri.
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Conseguenze del dire sempre “Sì”
Dare continuamente risposte affermative alle richieste degli altri, ha ricadute negative, infatti genera:
-bassa autostima;
-sensi di colpa verso noi stessi perché non riusciamo a darci il giusto valore e a prenderci lo spazio adeguato;
-sensazioni di solitudine perché in noi si insinua l’idea che nessuno ci ama per come siamo e per quello che pensiamo;
-vissuti di fallimento perché fare sempre quello che gli altri ci chiedono ci porta a rinunciare ai nostri desideri e alle nostre aspirazioni;
-circoli viziosi dai quali è impossibile uscire (“devo dire sempre sì altrimenti…”).
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Ma perché non riusciamo a dire no quando serve?
I motivi sono tanti, vediamone alcuni insieme.
Uno dei nostri bisogni fondamentali è quello di essere accettati, visti, apprezzati, riconosciuti dagli altri e sentirsi parte di un “qualcosa” (gruppo).
Tale bisogno può essere un’arma a doppio taglio se non viene vissuto come opportunità ma come obbligo di compiacere agli altri.
Nell’immaginario collettivo, il NO, ha una connotazione negativa e di rifiuto. Le ricerche dimostrano che è più facile rispondere in maniera affermativa, soprattutto quando ci si trova faccia a faccia, perché il no mette a disagio e fa emergere emozioni negative (come la colpa, la paura e la vergogna).
E’ importante alleggerire il NO da tutti i significati negativi che la cultura tende a dargli, esso non comporta sempre e solo conseguenze difficili da gestire.
Le neuroscienze inoltre ci dicono che il cervello reagisce maggiormente ad input negativi piuttosto che a quelli positivi. Il neuroimaging ci mostra come le informazioni negative (o vissute come tali, vedi il NO) producono un’attivazione cerebrale più ampia e un’attività elettrica più rapida.
Siamo inoltre il risultato delle credenze e convinzioni che abbiamo strutturato durante la nostra vita. Le convinzioni influenzano la nostra identità (chi siamo) e le nostre azioni (che cosa possiamo/non possiamo fare e che cosa vogliamo/non vogliamo fare). Quindi non ci aiuta credere che il NO sia sinonimo di rifiuto o conflitto, che comporti necessariamente un allontanamento dall’altro, che non siamo più “bravi, simpatici, disponibili”.
L’ambiente in cui siamo cresciuti e che ci ha maggiormente influenzato nella costruzione delle nostre convinzioni rispetto a “dire no” è un altro fattore importante da considerare. Familiari o figure significative che ci hanno insegnato che il NO non va pronunciato, che le nostre volontà/idee/emozioni non hanno valore o che per ricevere affetto e la giusta considerazione non possiamo disattendere ai desideri altrui, hanno preparato la strada all’incapacità di affermare il nostro dissenso.
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Come riuscire a dire NO
Dato che, per riuscire ad amare se stessi, nel pieno rispetto di sé e dei propri bisogni, è fondamentale imparare a dire NO, vediamo come riuscire a pronunciarlo.
A volte serve un lavoro delicato e importante che vada a riconoscere certi aspetti influenzanti (credenze, condizionamenti e apprendimenti) per poi ristrutturarli, mentre altre volte è sufficiente prendere consapevolezza e acquisire/potenziare alcune capacità.
– Parti prima di tutto da te, connettiti con i tuoi bisogni. Rifletti: di che cosa necessiti ora? Che cosa invece è superfluo nella tua vita e puoi lasciarlo andare? Che cosa è nocivo?
– Ragiona sui significati che dai al NO: che valore ha per te rifiutare una proposta/un invito/una richiesta di qualcuno? Quali paure si connettono al rifiuto? Pensi che dire NO ti renda una persona cattiva/maleducata/incompleta? Quando lo pronunci, senti di dover dare tante spiegazioni?
– Rifletti sull’educazione ricevuta. Quando dicevi no che cosa succedeva? Le persone significative per te (genitori, amici) che utilizzo fanno del NO?
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Strumenti utili
Al raggiungimento del tuo scopo possono esserti utili:
- la Comunicazione Non Violenta che ti aiuta a prendere consapevolezza delle tue emozioni e dei tuoi bisogni e a formulare una richiesta o un rifiuto in maniera positiva, rispettosa, sincera ed efficace;
- l’assertività, capacità di esprimere il proprio pensiero o manifestare il proprio bisogno senza prevaricare quello degli altri, mostrandosi aperti al dialogo e al confronto, accogliendo gli altri punti di vista, mostrandosi disponibili al cambiamento e alla ricerca di compromessi, tollerando le opinioni differenti senza giudizio e ponendo limiti nei confronti di coloro che sono aggressivi e manipolatori;
- l’empatia, elemento fondamentale dell’Intelligenza Emotiva, che permette di ascoltare, accogliere e comprendere l’altro senza farci travolgere;
- la visualizzazione di situazioni diverse in modo da allenarti rispetto a potresti rispondere in linea con i tuoi bisogni;
- la consulenza o psicoterapia per lavorare in maniera profonda insieme ad unə professionista in modo da comprendere e ristrutturare le tue convinzioni, rafforzare la tua autostima, formare strategie adatte.
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Silvia Mimmotti, Psicologa