Che venga detta ad un bambino, un ragazzo o un adulto, che sia rivolto ad una donna o ad un uomo, che riguardi uno studente o un lavoratore, un amico o il compagno, questa frase è sbagliata e svalutante.
Intacca l’autostima e il senso di efficacia di una persona.
Chi riceve questa critica (tutt’altro che costruttiva) si sente in trappola e può:
– inizialmente reagire con stupore e blocco emotivo,
– poi aggredire l’altro aprendo una discussione oppure prendersela con se stess* perché non è stat* all’altezza,
– fino ad arrivare addirittura a mettersi in discussione, sentendosi inappropriato ed incapace,
– provando vergogna e paura.
Con queste parole NON si mette l’altro nella condizione di comprendere e crescere.
In particolare, di fronte ad un bambino, che non ha competenze emotive nè intellettive adeguate per gestire criticamente l’affronto, andrebbero evitate.
È una frase tipica della violenza verbale e psicologica.
Apparentemente non lascia tracce ma, nell’animo, ne lascia di indelebili.
Comunicazione violenta: “Non capisci niente” VS Comunicazione empatica: “Ti aiuto a comprendere”/”Ti dò gli strumenti per farlo da sol*“.