IL GIUDIZIO
Sebbene ci insegnino sin da piccoli che sia giusto non giudicare, ognuno di noi giudica ed è soggetto al giudizio altrui.
Viviamo in un mondo pieno di persone ed è impossibile non essere continuamente sotto l’occhio di qualcuno. Quindi cominciamo a prendere coscienza di una verità inossidabile: NON SI PUO’ NON ESSERE GIUDICATI.
Il “giudizio” ormai ha assunto un valore negativo. Eppure, di per sé, non ha accezione positiva o negativa. Dipende dall’uso che se ne fa.
In generale, ‘giudicare’, significa ‘esprimere o crearsi un parere su qualcosa o qualcuno’.
Se consideriamo la nota Piramide dei Bisogni di Maslow, osserviamo che quello di appartenenza (e quindi di apprezzamento ed accettazione) è al terzo posto tra i bisogni fondamentali dell’uomo. E’ facile capire perché la paura di essere giudicati (riguardo: all’aspetto fisico, al livello di educazione, al ruolo sociale e lavorativo, ecc) sia una delle più sgradevoli da affrontare.
La preoccupazione del giudizio degli altri ha radici anche nelle dinamiche apprese in famiglia e nel gruppo dei pari.
Alla base troviamo:
-il timore dell’umiliazione, dell’esclusione dal gruppo, dell’emarginazione;
-il senso di inadeguatezza o di inferiorità;
-la vergogna.
Tutto questo genera a sua volta sensi di colpa verso se stessi.
E’ essenziale quindi che ci liberiamo dal continuo timore del giudizio altrui.
Come?
Con un simpatico e fragoroso: MA CHISSENEFREGA!
-studi non scientifici ma provati e riprovati hanno sempre dimostrato la fondatezza del metodo. Tentare per credere –
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IL FANTASTICO METODO: MA CHISSENEFREGA!
Premessa: quando consiglio di utilizzare queste “formula magggica” non voglio assolutamente dire di essere menefreghisti!
Esserlo significherebbe “evitare ogni responsabilità, disinteressandosi di chi ci circonda e delle situazioni in cui ci si imbatte per un semplice tornaconto personale”. Questo va COMPLETAMENTE CONTRO la strategia di cui voglio parlare e la mia professionalità.
Il significato che intendo dare al verbo ‘fregarsene’ è quello di cercare di CONTENERE AL MASSIMO L’IMPIEGO DI TEMPO/ENERGIE/SALUTE SPESI VERSO TUTTI COLORO CHE LIMITANO IL BENESSERE PERSONALE con pretese, richieste continue, aspettative, giudizi, ecc.
E’ UN MODO SANO PER CONCENTRARSI MAGGIORMENTE SU DI SE’.
Un esempio?
La tua amica ti chiede, come ogni volta che le fa comodo, di accompagnarla qui e là perché non dispone dell’auto. Ma, per te, oggi è altrettanto importante riposarti.
Che fai?
Applichi il bellissimo metodo del chissenefrega! : oggi dici NO alla tua amica ma dici Sì a te stess*.
Allo stesso modo, non curarti: alle facce sbalordite conseguenti alla tua risposta “fuori dal comune”, al labbretto imbronciato di chi non ha trovato la tua solita e scontata disponibilità ed anche ai “sensi di colpa” che arriveranno poi perché “ti sei abituat*” ad assecondare le richieste di tutti.
Perché la LIBERTA’ è sicuramente più importante della continua approvazione degli altri.
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ALCUNI CONSIGLI
Per allenarti contro “il malefico potere dei giudizi altrui” ti lascio anche dei consigli pratici.
- Fai attenzione all’eccessiva importanza che dai ai giudizi degli altri. Togli loro “lo scettro del potere” che tu stessa/o hai ceduto. Ogni volta che ricevi un giudizio, prova a “soppesarlo”. E’ semplicemente un’opinione di una persona o corrisponde alla realtà (cioè puoi trovare dei dati REALI che provano quanto ti sia stato riferito)?
- Anche se i giudizi arrivano dalle persone care (familiari, amici, parenti e persino il/la partner), pensa che potrebbero non essere necessariamente corretti e veritieri. Ahimè si giudica anche solo sulla base di pochi dati o su “sensazioni”.
- Siamo certi che gli altri passino tutto il loro tempo a giudicarci? Spesso si ragiona come se chi ci circonda non abbia di meglio da fare che puntare il dito contro. Prova a ridimensionarti nella mente dell’altro.
- Molto più spesso accade che siamo noi stessi a proiettare sugli altri delle nostre paure/sensazioni/timori. Temere il giudizio di qualcuno frequentemente significa temere il proprio giudizio.
- Può essere di aiuto diminuire quindi la responsabilità scaricata all’esterno e cambiare prospettiva: da “gli altri mi giudicano” a “mi sento giudicato dagli altri”. In questo modo si comprende la necessità di imparare a focalizzarsi sulla personale modalità di pensiero. Essendo un tuo ragionamento, è possibile intervenire su di esso e gestirlo.
- Prova quindi ad essere più morbido verso te stesso e ad accettarti per quello che sei, con tutte le tue emozioni.
- Ogni critica non è solo una misura di “come siamo noi” ma anche di “come ragiona l’altro”. Se su noi stessi possiamo lavorare, sugli altri un po’ meno. Magari il giudizio che l’altro dà di noi oggi è dettato da variabili soggettive che poco hanno a che fare con la nostra realtà (stanchezza, vissuti personali, malattia, preoccupazioni, superficialità, distrazione, …).
- E poi ricorda che … non si può sempre piacere a tutti 😉
Dott.ssa Silvia Mimmotti, Psicologa