«Sono R., ho 54 anni. Sono rimasta da sola, all’improvviso e ingiustamente, in una stellata notte di metà mese. Ero sposata da quasi venti anni con quello che ho sempre pensato fosse ‘l’altra metà perfetta della mia mela’. Ero certa che saremmo rimasti insieme per tutta la vita! Avevamo tanti progetti ancora…. ma ogni cosa è andata distrutta, in un attimo.
Perché a me? Perché a noi? Perché…?
Non è giusto.»
Freud dice che, nel lutto, sono presenti di fatto sempre due componenti: la sofferenza per la perdita della persona cara e la paura derivante dal contatto emotivo con l’idea della propria morte.
Inoltre il lutto crea, in chi lo vive, senso di colpa per non essere riusciti a fare abbastanza per evitare la morte dell’altro e di essere sopravvissuti alla sua dipartita. Sentiamo anche il senso di impotenza perché, di fronte ad esso, la nostra razionalità comprende che è LIMITATA e non a tutto riesce a dare una giustificazione. La nostra razionalità si difende perciò come può e, per un certo periodo, si ostina a volersi ricongiungere con chi ha perso.
Provare a dimenticare, viene vissuto come un attacco alla persona che se ne è andata, un abbandono intenzionale.
Quindi ci si barrica attorno al ricordo creando una protezione fatta di sensi di colpa e dolore persecutorio.
E’ necessario e fondamentale perciò DARSI UN TEMPER PER LAVORARE SUL LUTTO.
Questa elaborazione ci accompagnerà per tutta la vita, modificandosi mano a mano che si accumuleranno giorni – esperienze – emozioni.
«Non si può vivere senza dolore. Il dolore non è un dovere, è un’esperienza inevitabile del vivere» (Tonia Cancrini, psicoanalista e autrice del libro “Un tempo per il dolore”).
Il lutto assume sfumature e vissuti differenti in base all’età in cui ci si trova ad affrontarlo. L’evento della perdita è più traumatico, quanto prima viene vissuto nel percorso esistenziale. Il bambino ha minori risorse mentali rispetto ad un adulto per affrontare il lavoro del lutto.
Più il bambino è piccolo e più l’espressione del dolore è psicosomatica.
Nella vecchiaia, invece, il dolore può essere maggiormente tollerato perché più conosciuto e meno imprevisto. Però non dimentichiamo che, insieme a chi ci lascia, muore una parte progettuale di noi stessi e ciò è ancora più forte nell’anziano che vive un lutto.
A qualsiasi età, ognuno di noi ha BISOGNO DI ESPRIMERE il dolore causato da una morte. Non riuscire ad esprimerlo (LUTTO SOSPESO) è pericoloso in quanto esso potrebbe riemergere in altri difficili momenti di vita.
La società di oggi, purtroppo, priva le persone dei mezzi necessari per poter affrontare la morte e il lutto, isolandole piuttosto che sostenendole.
Specifica la Cancrini «La morte di una persona cara è l’esperienza più sconvolgente della nostra vita: la perdita è terribile e siamo sopraffatti dal dolore e dalla disperazione. È soltanto la vicinanza di chi ci è caro e la condivisione con altri che ci aiuta a tollerare questo terribile evento.»