IL SETTING
Il setting determina i confini entro cui lo psicologo costruisce uno spazio fisico e mentale per la persona che gli si rivolge. In generale può essere definito l’insieme delle condizioni che delimitano, ospitano, accolgono e sostengono l’intervento (Cordella, Grasso, Pennella, 2004).
Il termine setting deriva dal verbo inglese “to set” e la sua traduzione è “collocare, stabilire, disporre”. Dandogli questo significato possiamo ampliare il concetto all’azione dello psicologo/psicoterapeuta di “predisporre un luogo circoscritto, uno spazio e un tempo da utilizzare per definire un obiettivo da raggiungere”.
Il primo autore ad utilizzare tale termine è stato Winnicott (1941). Egli parlava di setting per riferirsi sia alle condizioni organizzative che alle caratteristiche dello psicologo (ossia il suo ruolo, l’esperienza clinica, le teorie di riferimento).
La cornice del colloquio: aspetti materiali
Il contesto, inteso come ambiente fisico, è il contenitore dell’intervento dello psicologo ed ha un ruolo centrale. Lo studio contribuisce a creare l’opinione che si ha di un terapeuta.
IL LUOGO è il contenitore fisico del colloquio. Dovrebbe essere, prima di ogni altra cosa, confortevole. E’ importante che non sia troppo piccolo nè dispersivo, che sia pulito, ordinato, tranquillo, riservato, accogliente e limitato. La porta quindi è importante, indica il confine. Essa non dovrebbe essere trasparente ed essere insonorizzata, dovrebbe essere dotata di una maniglia e di una serratura. Il silenzio è un dettaglio importante in uno studio psicologico: esso permette alla persona di esprimersi liberamente, senza fastidi o interruzioni.
Attenzione anche agli odori. Meglio se nell’aria ci sia un odore gradevole, un’essenza può rendere l’ambiente più piacevole ma attenzione a non esagerare. Teniamo sempre in considerazione che ci sono allergie o gusti personali da rispettare. Evitiamo l’odore di fumo (se siamo fumatori) o fragranze che potrebbero infastidire.
L’ARREDAMENTO. Può essere costituito da una scrivania e due sedie oppure -come io preferisco e come noto con piacere che sempre più colleghi stanno facendo- offrire al paziente più possibilità per sedersi, in modo che sia lui a decidere come accomodarsi. Nel mio studio, d’accordo con gli altri terapeuti, abbiamo deciso di mettere anche due poltrone. Secondo la mia esperienza, le persone tendono effettivamente a preferire questa nuova opportunità.
Arricchire lo studio con qualche tocco personale di carattere estetico contribuisce a rendere piacevole l’ambiente. Altri elementi utili da considerare: una luce diffusa e non fastidiosa, quadri o qualcosa che non permetta alle pareti di apparire asettiche. Una libreria è sempre affascinante, a mio avviso. Anche una bella pianta sarebbe un ottimo dettaglio in uno studio. Essa è il simbolo del percorso con lo psicologo e racchiude i suoi elementi essenziali: cura, dedizione, tempo, cambiamento, trasformazione, crescita.
Il CORPO. Anche lo stile corporeo dei due attori del colloquio ha un effetto fondamentale ed incide sul tipo di messaggio che si vuole passare e sulla relazione che si instaura.
A livello psicologico, questi aspetti materiali vanno a regolare il rapporto fra psicologo e paziente e permettono di delimitare lo spazio “mentale” che i due costruiscono insieme, incontro dopo incontro.
Un oggetto dimenticato fuori posto (es un oggetto personale lasciato sulla scrivania, una macchia sulla stoffa della poltrona o l’involucro di un panino mangiato al volo come anche le briciole sulla maglietta) è una possibile “rottura” del setting che potrebbe ostacolare o deviare il processo terapeutico.
DALLA LETTERATURA
Un interessante studio, uscito sul Journal of Counseling Psychology, dimostra come le persone giudicano un professionista anche in base al modo in cui arreda il suo ufficio.
I partecipanti hanno valutato diverse foto di ambienti ed hanno spiegato di aspettarsi un maggiore e migliore aiuto dai professionisti con lo studio più ordinato e personalizzato. I più apprezzati sono risultati inoltre quelli con uno stile più “morbido”: sedie imbottite, tappeti, lampade da tavolo, piante, ecc.
Per te quali sono gli elementi più importanti per rendere lo studio di uno psicologo
confortevole e accogliente?
Dott.ssa Silvia Mimmotti, Psicologa
BIBLIOGRAFIA: Carli, Paniccia, (2003), Analisi della domanda: teoria e tecnica dell’intervento in psicologia clinica. Il Mulino Cordella, Grasso, Pennella, (2004), Metodologia dell’intervento in psicologia clinica. Carocci, Roma Nauert Rick (2018), Quality of Psychotherapy Influenced by Office Décor. Journal of Counseling Psychology Semi Antonio Alberto, (1985), Tecnica del colloquio. Raffaello Cortina Editore Winnicott D.W., (1941): The observation of infants in a set situation. Winnicott D.W., (1970): Sviluppo affettivo e ambiente.