“Non vado dallo psicologo perché ho paura che, alla fine dei conti, arrivi a manipolarmi la mente”.
Se così fosse, non si tratterebbe di un professionista della salute ma di un approfittatore.
Dal Treccani, MANIPOLARE = “Lavorare una sostanza plasmabile, adulterare, adattare e volgere in senso favorevole a se stessi mediante imbrogli allo scopo di ottenere vantaggi personali”.
Andiamo a spiegare queste definizioni. Se fosse adattabile allo psicologo quanto sopra riportato, significherebbe che chi si rivolge a lui è riducibile ad una mera ‘sostanza passiva’ sulla quale lo psicologo può lasciare la sua impronta tranquillamente e che può modificare a proprio piacimento.
Quindi si dà per scontato che le persone che vanno dallo psicologo sono “incapaci di intendere e di volere” o completamente succubi di quanto dice il terapeuta. E voi vi sentite davvero così passivi? Ricordiamoci che, senza una PARTECIPAZIONE ATTIVA del paziente, lo psicologo può fare ben poco!
E quali vantaggi potrebbe ottenere lo psicologo nel manipolare chi gli si rivolge? Forse guadagnerebbe, in stima..umanità..professionalità..e anche economicamente, se riuscisse a creare con il paziente u
n legame sincero, SANO, sufficientemente buono, PROFESSIONALE e, quindi, RIABILITATIVO. Soltanto METTENDO A DISPOSIZIONE dell’altro le sue competenze e qualità, potrebbe riuscire ad ottenere il miglior risultato per il paziente e sperare così di mantenere una continuità nel processo terapeutico. Magari poi, chi si trova bene con quel determinato psicologo, avrà anche piacere a diffondere il nome tra i suoi amici e conoscenti.
Probabilmente pensieri come questi sono nati perché il lavoro psicologico con il professionista va a toccare aspetti profondi della persona, in quanto è proprio là che si può agire con più efficacia.
Si può anche dire che dopo un percorso terapeutico di, ad esempio, due anni, che lo psicologo “ti capisce con uno sguardo”, ma precisamente nel senso che grazie a strumenti correttamente utilizzati è in grado di conoscere e gestire abbastanza bene la relazione con la persona e di cogliere i suoi meccanismi interni.
Tale livello di conoscenza può avvenire quindi solo dopo un percorso serio e molte volte faticoso di conoscenza, strada nella quale la persona (tale discorso va ben declinato in base ai diversi approcci) impara a conoscersi ed a migliorare il suo approccio con l’ambiente circostante.
Prima di sparare sentenze, proviamo a capire meglio cosa e chi ci circonda e a sviluppare un pensiero critico.
Il sociologo americano Vance Packard nel suo saggio ‘I persuasori occulti’ ci mette in guardia: «Vi sono degli specialisti che studiano sistematicamente le nostre segrete debolezze e vergogne nell’intento di influenzare più efficacemente il nostro comportamento».
La psicoterapeuta Anna Oliverio Ferraris nel suo libro ‘Chi manipola la tua mente?’ aggiunge: «La presenza di questi manipolatori di professione non è certamente una novità; oggi però, nell’era della comunicazione globale, essi appaiono più agguerriti di un tempo: dispongono di un corpus di conoscenze molto vasto in ambito sociopsicologico e di tecnologie sofisticate e penetranti. Gli interventi di questi esperti sugli individui, i gruppi, le comunità e le masse sono scientifici e sistematici. Per convincere e indirizzare i comportamenti non hanno bisogno di ricorrere ai metodi autoritari di un tempo, alle minacce o alla violenza, le loro armi sono la seduzione, la persuasione e la suggestione».
SENZA CREARE ESAGERATO ALLARMISMO, più che allo psicologo, stiamo attenti a coloro che si professano santoni, guru delle sette, ciarlatani senza ritegno né competenza; ai media e al mondo della pubblicità che ogni giorno ci bombarda la mente di stimoli – messaggi subliminali – suggestioni. I cookies catturano ogni nostro movimento sul web, il marketing ormai è orientato a raccoglie importanti informazioni sui nostri gusti (in base agli acquisti che facciamo o ai prodotti che consumiamo) e li utilizza per indirizzare, con inserzioni e messaggi mirati, il nostro pensiero e comportamento all’acquisto successivo.
Inutile aggiungere che se pubblichiamo tutta la nostra vita sui social network, per chi ci segue e vuole “ferirci” o manipolarci sarà più semplice trovare materiale 😉
(ringrazio per l’immagine giovanna tantucci – https://www.archigio3d.it/
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