Piacere. Il mio nome è Psicologo, 007 Psicologo.
Questa ormai è la risposta più divertente che mi viene da dare quando, alla classica stretta di mano di presentazione, si accompagnano le frasi: “Mm.. tu sei una psicologa?! Allora devo stare attento a parlare altrimenti mi analizzi!”.
“Parlami e ti dirò chi sei” è forse il pregiudizio più buffo e ‘magico’ che riguarda lo psicologo.
Si crede -con troppa facilità- che egli possa leggere la mente degli altri, semplicemente chiacchierando con loro.
Questo potere telepatico sembra essere riconosciuto già dal momento in cui ci si iscrive alla Facoltà di Psicologia. Quanti di noi, sin da quando si è immatricolato, non ha vissuto almeno 10 volte il simpatico siparietto sopra descritto?!
Se davvero bastasse scegliere una specifica facoltà per imparare questo grande “potere”, al prossimo torneo Tremaghi vedrete concorrere tutti gli psicologi a cavallo delle loro Nimbus.
Battute a parte, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Probabilmente la credenza che “lo psicologo legga la mente delle persone” deriva -erroneamente- dall’aspetto centrale della psicoanalisi: l’inconscio. E’ esso a colpire maggiormente l’immaginario della gente.
Lo psicoanalista, grazie al modello teorico di riferimento – alle tecniche – all’esperienza acquisita, costruisce delle ipotesi sul significato inconscio di ciò che il paziente gli racconta in seduta. Tra l’altro, ho utilizzato la parola ‘psicoanalista’ non a caso: non è lo psicologo a trattare l’inconscio.
E’ riduttivo inoltre assimilare l’analisi dei contenuti inconsci emersi in seduta alla lettura di tutta la mente di un individuo!
Se lo psicologo arriva a comprendere il vissuto della persona che gli si rivolge, più che nella telepatia il motivo risiede NEL RAPPORTO di condivisione che si instaura tra i due ‘attori’ del colloquio. E’ inoltre dovuto al lavoro congiunto che fanno durante le sedute e a quanto, della propria vita personale, ognuno riferisce.
Senza conoscere la persona, il suo carattere, la sua storia e senza fare con lei un lavoro di comprensione dei vissuti, si possono solamente fare delle ipotesi. Basarsi su una sola chiacchierata per trarre delle conclusioni su chi parla sarebbe affrettato per chiunque … Se a farlo poi è lo psicologo, è ancora più grave e poco professionale.
Possiamo concludere quindi che quello dello psicologo non è un ‘super potere’.
Quello che svolge è piuttosto un LAVORO DI COMPRENSIONE, INTERPRETAZIONE e REINTERPRETAZIONE che compie, seduta dopo seduta, mano a mano che raccoglie informazioni.
Insomma, lasciato lo studio o fuori dall’orario di lavoro, permettete anche a noi di farci una chiacchierata, senza limitarvi nel parlare o nell’atteggiarvi perché vi sentite analizzati dal momento che avete scoperto che il vostro interlocutore è un esperto di psicologia.