“L’incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche: se c’è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati”.
Carl Gustav Jung
Avete mai pensato a quante persone incontrate, anche solo distrattamente, nell’arco di una giornata?
Provate a fare un conto approssimativo di quanti volti solo oggi, i vostri occhi, hanno sfiorato. Moltiplicatelo ora per 365 giorni. E poi ancora per gli anni che avete.
È impressionante, non credete?!
Impressionante quanto meraviglioso, secondo me.
Se poi contassimo tutti quei volti che ci scorrono davanti nei social, faremmo il botto.
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Io, ad esempio, ho incontrato ed incontro, ogni giorno, tantissime persone … La maggior parte come Silvia, per caso o per affetto, mentre altre le vedo da professionista. Tutte entrano ed escono, dal mio studio o dalla mia giornata, portandosi via una parte di me e lasciando un frammento di loro stesse. A volte questo processo fa un pochino male ma il più delle volte è inconsapevole, indolore e magico.
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Da ogni incontro non si esce mai uguale a come si è entrati.
Di quel frammento che ci si scambia, ognuno ne fa ciò che vuole. Per alcuni diventa parte integrante di sè.
Mi piace pensarci come infiniti puzzle che si arricchiscono di tasselli ad ogni incontro: con se stessi, con gli altri, con sconosciuti o conoscenti.
Siamo fili che si intrecciano e annodano, sfilacciano, intessono, creano e disfano. Possiamo produrre tessuti meravigliosi e complicati o piccoli pezzi di stoffa.
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Nell’incontro con l’altro è necessario fare anche spazio dentro di sé, creare posto per riempirsi di tutto quello che, comunque, nella relazione ci viene offerto.
Non è facile “accogliere”.
Accogliere, per me, significa esserci: essere presenti a se stessi ma anche ‘per‘ e ‘con‘ l’altro, saper fare silenzio tra le confusioni interiori (tutti le abbiamo), porsi in ascolto e sintonia e guardare chi abbiamo di fronte, osservarlo anzi con attenzione, anche solo per pochi minuti e senza fretta. Cercare di VIVERE IL MOMENTO PRESENTE CON L’ALTRO ed EMPATICAMENTE.
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Nel mio lavoro da psicologa ci si allena ogni volta ad entrare ed uscire con discrezione, ed “in punta di piedi”, nelle storie e nelle vite degli altri. Per me è essenziale porre la giusta distanza da chi si rivolge a me per essere attenta e mantenere meglio “la lucidità”, per fungere da buona cassa di risonanza alle emozioni e criticità altrui, per poter collaborare con il paziente e gestire i rimandi (transfert/controtransfert) che si creano. Devo “giocare con” e maneggiare tanti sentimenti contrastanti.. confidenze.. resistenze .. difese .. domande .. passi avanti e indietro.. sostenere, rinforzare, rassicurare, rimandare, collegare, cercando di garantire competenza e professionalità, con umanità ed umiltà.
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Nel mio lavoro è essenziale anche l’incontro con i colleghi e altri professionisti. È importante fare rete, scambiarsi idee, strutturare progetti, formarsi ed informarsi. Purtroppo spesso c’è poca voglia di condividere ed è quindi faticoso raggiungere questo obiettivo.
Eppure io vedo l’incontro, qualunque esso sia, come occasione fenomenale di CRESCITA.
Quando tutti lo capiremo, impareremo a sorridere di più all’Altro e a capire quanto sia prezioso fargli posto, nella maniera adeguata, accanto e dentro di noi.
Psicologa Silvia Mimmotti
Questa mia riflessione nasce dalla richiesta di una collega, Serena Gagliardi, Danzatrice e Danza Movimento Terapeuta. Serena ha intrapreso, sin da bambina, un percorso agonistico nella F.I.D.S. specializzandosi nelle Danze Standard. E' approdata successivamente in una scuola del New Jersey dove ha avuto la possibilità di vivere l'esperienza da insegnante. Completa i suoi studi e la sua formazione lo scorso anno laureandosi come Danza Movimento Terapeuta all'Art Therapy Italiana di Bologna. Ho accolto con entusiasmo e subito la richiesta di Serena pur trovandomi un momento "spiazzata" perché il tema dell'incontro è talmente bello quanto ampio e complicato da racchiudere in poche righe. Queste sono alcune delle idee principali che ho deciso di raccogliere ma sono solamente quelle iniziali perché il tema "sta aprendo tante strade in me" ... Grazie Serena!