Ringrazio la dott.ssa e collega Federica Ravaioli per questo importante
ed interessante contributo.
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Il legame
C’è un particolare legame emotivo che si crea tra uomo ed animale domestico.
Questa condivisione di vita, di tempi e spazi, gioca un ruolo anche nella rappresentazione e nell’immagine di noi,…il cambiamento che avviene, nel lutto dell’animale domestico, riguarda quindi anche l’immagine di sé, quello che pensiamo di noi, quello che pensiamo che gli altri vedono di noi, ciò che ci caratterizza nel nostro stile di vita che riconosciamo come tale.
Occuparsi della vita di un animale, qualunque esso sia ( cane, gatto in primis ma non dimentichiamo gli altri animali domestici investiti di affettività ) , significa prendersi la responsabilità della sua vita e della sua salute, ma anche degli stati di malattia e purtroppo, spesso, della sua morte. Sappiamo che soffriremo per la sua morte, ma questo non ci prepara alla sofferenza perché siamo educati a temere la morte e ad evitarla.
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Il dolore è un processo
Il lutto per l’animale domestico è, in alcuni casi, purtroppo socialmente sminuito o non pienamente compreso, in quanto non riconosciuto parimenti ad altri lutti familiari. Ciò crea conflitti interiori e condizionamenti, ma anche conflitti interpersonali quando non ci sentiamo compresi dall’altro.
Quando un animale si perde, lo strazio è così intenso che pensiamo di soffrire in quel modo per sempre, di fatto non posso negarvelo, un po’ di dolore resterà con noi. Con il proseguire del processo ci sarà più spazio ed energia per i ricordi dolci e piacevoli, esperienze condivise e sorrisi occasionali al ricordo dei momenti insieme, ma per elaborare il lutto non vi è una via veloce o indolore.
Le fasi del lutto di Elisabeth Kubler Ross già dettagliate dalla collega Silvia Mimmotti ( https://www.psicologasilviamimmotti.it/parliamo-di-lutto/ ) sono adattabili all’esperienza del lutto animale, è un adattamento universalmente accettato, mi vorrei però soffermare sul senso di colpa che può caratterizzare questo processo. Esso funge spesso da sostituto astratto del nostro amico defunto, qualcosa a cui si aggrappa e ci tieni lì, nella relazione segnata dalla morte. Avrei potuto fare diversamente? Meglio?
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L’eutanasia
Se poi abbiamo attraversato l’esperienza dell’eutanasia , il timore ed i dubbi di aver fatto la scelta giusta al momento giusto possono presentarsi. Nessuno è onniscente e questo dobbiamo ricordarcelo e nel caso, ricordarlo a chi soffre per questo. Ci si può sentire in colpa perché pensiamo di adottare un altro animale, come se questo potesse essere sleale nei confronti del nostro amico, o perché si soffre di meno, si piange di meno, ma vivere da persone migliori e amare nuovamente è il miglior modo per onorare un amico perso. In merito all’eutanasia, evento drammatico nel dramma, consiglio di rimanere presenti con l’animale, sia per non rimpiangere la nostra assenza sia per non lasciare solo l’animale. E’ sostenuto anche dalla medicina veterinaria, l’importanza etologica di attraversare l’eutanasia insieme, nella relazione e non nella reciproca solitudine.
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Il dopo
Alcune persone dopo la morte del proprio animale ne adottano subito un altro, altri fanno passare mesi o anni. Io credo che la scelta sia estremamente soggettiva e mai giudicabile, ma posso indicare di aspettare di essere pronti, pronti ad amare nuovamente e liberi dai sensi di colpa che impedirebbero un legame autentico con il nuovo amico, che non potrà mai sostituire il precedente o perpetuarne la memoria cercandone una replica, il nuovo arrivato è l’inizio di una nuova storia.
QUALCHE PICCOLO CONSIGLIO PRATICO se state affrontando un lutto o state vivendo un accompagnamento empatico (alcuni sono più indicati per alcune fasi a seconda della soggettività):
1- Parliamo con persone empatiche e supportive, che sappiamo possano comprendere ed essere solidali
2- evitate di tenere a lungo gli oggetti che ci riportano al dolore, potete metterli in una scatola ed un giorno donarli agli animali meno fortunati. I veri ricordi sono in noi e nessun oggetto servirà a ricordare chi abbiamo amato intensamente.
3- se volete piangere, fatelo! Se volete ridere di quella volta che …fatelo! Non impediamoci di vivere le nostre emozioni anche se contrastanti, loro ci sono per essere attraversate.
4- Ci sono tanti rifugi ed associazioni che curano gli animali meno fortunati, fare loro una donazione commemorativa aiuterà il vostro processo e loro.
5- Possiamo ritualizzare il saluto con un evento tra amici e familiari, tra quelli che potranno apprezzarlo, potrà essere un momento di condivisione, molto intenso, un aiuto per condividere il contenuto doloroso e darci la possibilità di non essere soli in questo.
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Concludo con un pensiero che condivido:
“ La morte è un evento traumatizzante e sconvolgente. Come possiamo cercare le risposte, quando non riusciamo a capire le domande? Tutta la vita è una specie di metafora da cui c’è moltissimo da imparare. Ognuno di noi ha il proprio ruolo, insieme agli animali che amiamo, anche se non riusciamo a cogliere la dinamica dell’insieme. “
Addio, amico mio, di Wallace Sife
Psicologa Federica Ravaioli
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Sono una Psicologa ed esercito a Bologna, dove vivo da molti anni.
Nel mio studio privato sono interessata al benessere ed alla psicopatologia adulta,
sono anche competente nella conduzione dei
gruppi psicologici con soggetti adulti vulnerabili.
Ho svolto molti anni di volontariato in alcuni canili,
mi sono formata nell’ambito dell’educazione cinofila per passione,
ho avuto 3 cani e un gatto.