«Ricordo ancora quando sono diventato caregiver di mio padre. Quel maledetto giorno!
Per me è stato come un fulmine a ciel sereno leggere il referto. In una frazione di secondi mi sono reso conto che non potevo essere più solo il figlio ma essere, forse per la prima volta, padre di mio padre. La mia quotidianità, da quel momento, ha subito un cambiamento drastico: il mio tempo libero era dedicato a lui per visite, terapie, spostamenti, richieste di documentazione, confronti medici, cura, medicamenti, sostegno, crisi emotive, qualche ora per farlo svagare.
Ero in funzione del mondo oncologico di mio padre. Non gliene faccio una colpa, ora toccava a me, potevo farlo solo io e volevo farlo ma mi sentivo completamente risucchiato. Nessuno ti spiega cosa fare e come devi farlo: il tumore arriva e, con lui, anche il nuovo te.»
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ALL’IMPROVVISO
“Inaspettatamente”, “all’improvviso” sono questi gli avverbi che maggiormente riporta chi diventa caregiver di una persona cara con diagnosi oncologica.
La notizia di un tumore non colpisce solo chi lo ospita ma anche tutte le persone che lo circondano (sistema).
Il caregiver, in particolare, assume il ruolo di “assistente principale” spesso senza neanche avere il tempo di acquisire le giuste informazioni e il tempo emotivo per apprendere quanto sta accadendo.
Si crea quindi una CRISI, una FRATTURA nella quotidianità e nella narrazione di vita che, inevitabilmente, creerà un “prima” e un “dopo”.
Questo comporta un cambiamento emotivo e di routines.
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SIGNIFICATO
La parola “caregiver” viene dalla lingua inglese e contiene il verbo “to care” che, in italiano, può essere tradotto come “colui che si prende cura di”.
Il caregiver oncologico, in particolare, è la persona in famiglia (o tra gli amici stretti) che, più di tutti, si prende cura di chi ha un tumore.
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CAMBIAMENTI
La quotidianità si arricchisce di: nuovi orari e appuntamenti (visite, controlli, consulti medici, terapie, viaggi in ospedale, medicazioni, assistenza, …).
Questi cambiamenti intaccano inevitabilmente le routines, i compiti (spesso il caregiver si deve occupare di mansioni che prima non aveva), le priorità e i ruoli.
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CI TENGO A DIRTI CHE…
Se sei un caregiver prova a:
1) Non isolarti
Rimani in contatto con parenti e amici, partecipa alle occasioni di incontro, rivolgiti alle persone di cui ti fidi se hai bisogno di aiuto (anche pratico: es spesa).
2) Fai squadra
Tante persone che un’esperienza di accompagnamento simile alla tua, cerca realtà che raccolgono altri caregiver e parla con loro.
3) Informati
Raccogli le giuste informazioni che possono esserti utili per svolgere il più serenamente possibile il tuo nuovo compito.
4) Coopera con l’equipe medica
E’ molto importante creare un buon rapporto con l’equipe medica di riferimento: sei parte del processo di cura anche tu.
5) Non dimenticarti di te
Tante cose cambiano con la diagnosi ma non dimenticare che ci sei anche tu. Anche se difficile, prova a dare spazio e voce alle tue esigenze ed emozioni. Non tralasciare il tuo hobby, concediti una passeggiata o un tè con l’amicǝ di sempre. Se tu stai bene, anche il tuo caro starà meglio.
6) Progetta il tuo presente
Trova il tempo per pianificare ed organizzare la tua giornata, con tutti i nuovi impegni, può aiutarti a gestirla al meglio.
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NON SEI SOLO/A
Ci sono professionisti sanitari e della Salute Mentale che possono accompagnarti nel tuo ruolo di caregiver.
Confrontati quindi con il tuo medico di base, l’oncologǝ o l’equipe che segue il tuo familiare, le realtà/associazioni e gli psicologi che si occupano anche dei caregiver delle persone con tumore (es: La Casa del Caregiver).
Se senti il bisogno di confrontarti con unǝ professionista, non esitare a contattarmi.
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DIRITTI
Esistono leggi e strumenti che ti tutelano.
Qui puoi trovare delle informazioni a riguardo: http://www.aimac.it/diritti-del-malato/diritti-caregiver-familiare
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Psicologa Silvia Mimmotti, Consulente di Psiconcologia
Contributo di Chantal Cerise, Consulente per caregiver presso https://casadelcaregiver.it/