Ricatti diseducativi.
Potresti pensare…..
«Ma chi dice ancora queste frasi nel 2024?!» ebbene, le sento con le mie orecchie in studio, al bar, al ristorante, durante i pranzi della domenica.
Oppure, «Cavoli, sono una persona cattiva perché mi è capitato di dirlo!» no, non sei cattiva, ahimè siamo figli di generazioni che pronunciavano spesso queste frasi e possiamo averle assimilate inconsciamente.
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Ora è importante che, consciamente, si capisca perché sono da evitare:
1) generano sensi di colpa nel bambino per qualcosa (come la fame nel mondo) di cui non è responsabile (e non può farci niente);
2) il bambino impara a mangiare non in risposta al suo bisogno di “fame” ma perché cede ad un ricatto emotivo;
3) il bambino impara a rispondere a motivazioni e ricompense (“ho fatto contento l’adulto”) esterne e non interne;
4) creano confusione tra cause e conseguenze: il fatto che il bambino finisca di mangiare non risolve il problema posto in essere dalla frase infatti purtroppo molti continueranno a morire di fame…….
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Il risultato che si rischia di ottenere è che il bambino piano piano perda la capacità naturale di ascoltare la sua fame e il senso di sazietà.
Il pensiero che si interiorizza crescendo potrebbe essere: è sbagliato lasciare qualcosa nel piatto se ci sentiamo pieni mentre è giusto sforzarsi per svuotarlo.
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Psicologa Silvia Mimmotti