Lutto e lutto sospeso

«Sono R., ho 54 anni. Sono rimasta da sola, all’improvviso e ingiustamente, in una stellata notte di metà mese. Ero sposata da quasi venti anni con quello che ho sempre pensato fosse ‘l’altra metà perfetta della mia mela’. Ero certa che saremmo rimasti insieme per tutta la vita! Avevamo tanti progetti ancora…. ma ogni cosa è andata distrutta, in un attimo. 
Perché a me? Perché a noi? Perché…? 
Non è giusto

Freud dice che, nel lutto, sono presenti di fatto sempre due componenti: la sofferenza ..  Leggi tutto »

Imparare dalle esperienze negative

E tu, riesci ad imparare dalle esperienze negative?
A ciascuno di noi capita di vivere esperienze non sempre positive. Il caso del tumore, come riportato sopra, è solo un caso ‘estremo’. Quanti di noi si coricano la sera dopo: esser stati bocciati ad un esame, aver tamponato lungo la tangenziale, aver fallito una trattativa sul lavoro, aver toppato un colloquio, non essere riusciti a chiedere di uscire a quella ragazza che ci piace tanto, aver ricevuto la diagnosi infausta di un controllo medico, aver perso la persona cara o il cagnolino, …. ..  Leggi tutto »

Il luogo sicuro

Che cos’è il LUOGO SICURO (safe place)?
In una frase: “mettere in sicurezza se stesso attraverso una TECNICA di VISUALIZZAZIONE”. E’ una tecnica di auto-aiuto semplice (non banale!) e fondamentale che ognuno di noi, con un po’ di esercizio, può acquisire per poterla mettere in atto con facilità nelle situazione critiche o stressanti (es: una visita).

 

Come trovare il proprio luogo sicuro?
Per prima cosa sedetevi comodi, chiudete gli occhi e respirate profondamente.
Immaginate ora il vostro “luogo sicuro”: un posto reale o immaginario (o un mix delle 2 cose, come succede nei sogni), nel quale vi sentite tranquilli e davvero SICURI…  Leggi tutto »

Aiutiamo chi aiuta

Mi ricordo che quel giorno, arrivata al quarto item dell’intervista che chiedeva “Professione?”,
E. mi rispose: “Ehm..disoccupata, si può dire?”.
E. era titubante nell’ammetterlo, quasi provasse vergogna. Abbassò gli occhi ma si affrettò a spiegare: Ho perso il lavoro. Sa’, non è facile occuparsi di un genitore malato 24 ore su 24 e mantenere anche un mestiere. All’inizio prendevo permessi, uscivo prima, entravo più tardi. Poi le corse a casa per urgenze sono diventate sempre più frequenti. Il dolore non perdona! Ma la società non segue i nostri ritmi così mi hanno licenziato. Mia madre ormai ha sempre più bisogno di semplice compagnia oltre che di assistenza. Da quando ha il cancro non riesce più a stare sola un momento e se io mi allontano per un tempo che lei giudica eccessivo, si dispera..si arrabbia..si offende.

Durante parte del tirocinio professionalizzante ero impegnata presso il Day Hospital oncoematologico dell’ospedale Bufalini di Cesena dove svolgevo un progetto di ricerca che coinvolgeva pazienti onologici e loro familiari. Da questi ultimi raccoglievo dati sul peso dell’assistenza ai loro parenti malati e sul loro livello di carico emotivo (in ‘psicologhese’ si dice “burden”) tramite dei questionari validati e un’intervista semistrutturata costruita ad hoc…  Leggi tutto »