Quanto quello che cerchiamo di insegnare ai bambini nasce dalla volontà di voler vedere realizzate le nostre aspettative e i nostri sogni in loro?
Il più delle volte, probabilmente, questo meccanismo avviene in maniera inconscia ed è frutto delle nostre esperienze pregresse e dell’educazione ricevuta.
Ma… che cos’è la LIBERTA’?
Come si possono CRESCERE BAMBINI LIBERI?
E, libertà ed EDUCAZIONE si possono conciliare?
Proviamo a rispondere.
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La libertà
La libertà è fatta di rispetto, amore, riconoscimento, accettazione, autonomia, spazi e confini, abbracci ma anche giuste distanze.
Ogni bambino è unico ed irripetibile; cresce e vive libero se può esprimere se stesso e se viene amato per quello che è, se gli viene lasciato il diritto di camminare lungo il sentiero che l’adulto ha tracciato per lui ma anche se può percorrerne uno personale.
Il bambino ha diritto anche di sbagliare, cadere e rialzarsi; di sviluppare un proprio pensiero critico anche se si allontana dalle idee e dalle aspettative dell’adulto.
Un bambino che può ed è capace di esprimere se stesso sarà un adulto sicuro (con maggior autostima) e sano (con miglior benessere).
Il compito del genitore o educatore in generale è di osservare, garantire sostegno e confronto, crescere insieme al bambino permettendogli e permettendosi di essere se stesso.
C’è una frase che adoro e che riassume quanto penso della Libertà e del crescere liberi:
“Dona a chi ami: ali per volare, radici per restare e motivi per tornare”.
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Come si educa alla libertà
E’ necessario, prima di tutto, che l’adulto rieduchi se stesso e che lo faccia mano a mano che il bambino cresce e cambia.
E’ normale, a volte, cedere alla tentazione di spingere il bambino/l’adolescente a fare delle attività o assumere dei comportamenti che corrispondono all’immaginario di “successo” che ha l’adulto. Lo si fa per “proteggerlo” o perché si crede di sapere sempre che cosa è meglio per lui. Facciamo però attenzione a distinguere quello che è essenziale per la sua crescita e ciò che tutela la sua salute, da quello che invece lo conforma solamente all’idea che ci siamo fatti di lui.
Altri due aspetti fondamentali su cui l’adulto dovrebbe allenarsi per educare alla libertà sono: l’ascolto e la comprensione.
Quando un bambino/adolescente parla e si esprime, ascoltiamolo attivamente ed empaticamente, cioè con grande attenzione e profondità. Deve capire che siamo lì per lui, che siamo disponibili a confrontarci e ragionare, che siamo presenti a noi stessi.
Comprendiamolo poi accettando le sue emozioni, i suoi pensieri, il suo modo di esprimersi. In questo modo si sentirà sicuro di poter esternare ciò che prova, di non essere giudicato. Questi atteggiamenti lo fanno crescere sicuro, sereno e disponibile verso se stesso, gli adulti e tutti coloro con cui entra in relazione.
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Aiutami a fare da solo
Ogni ambito educativo (famiglia, scuola, centri sportivi, ecc) dovrebbe sempre più muoversi verso una linea di insegnamento che si può riassumere con la frase di Maria Montessori: “Aiutami a fare da solo”.
Il bambino non chiede di essere sostituito ma di poter essere aiutato ad apprendere in modo che, in futuro, possa affrontare da solo ogni difficoltà/situazione.
Ad esempio, si vedono spesso adulti che si sostituiscono ai minori nella scelta dei vestiti da mettere o che li imboccano. Questo è dettato a volte dal “gusto” e dal “tempo” dell’adulto. Eppure il bambino che può scegliere che cosa indossare e che può mangiare da solo con i suoi tempi è un bambino più sereno e soddisfatto.
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Lasciamo che i bambini scelgano come essere
Si sa, i film di animazione tante volte riescono a trasmettere dei messaggi importanti in maniera semplice. A questo proposito, vi consiglio di vedere insieme ai bambini il bellissimo video del 2011 della Pixar dal titolo La luna. Attraverso le immagini arriviamo a capire che cosa significa per il bambino provare il piacere di poter essere se stesso. Una volta espresso il suo “essere”, viene visto ed apprezzato per quello che è.
Infatti, dal corto si evince che mentre gli adulti sono presi dalla loro discussione, il bambino agisce allontanandosi e rompendo gli schemi paterni e del nonno. Così facendo non rifiuta l’aiuto familiare ma dimostra di possedere proprie capacità e risorse.
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Psicologa Silvia Mimmotti