Apprendimento adeguato
L’apprendimento è possibile e motivante se ciò che si impara è leggermente superiore e non troppo distante rispetto a quello che già si conosce o alle competenze che si possiedono. Per spiegarmi meglio, ci si dovrebbe quindi muovere tra la zona di sviluppo attuale e quella potenziale, ossia L’APPRENDIMENTO MIGLIORE AVVIENE nella ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE (ZSP o zona ottimale di apprendimento).
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Vygotskij e la Zona di Sviluppo Prossimale
Il primo a parlare della ZSP fu Vygotskij, psicologo, che la descrive come l’area in cui si può osservare cosa il bambino sia in grado di fare da solo e quali siano i potenziali apprendimenti possibili nel momento in cui viene sostenuto da un adulto competente.
Vygotskij considerava il bambino come dotato di un potenziale che gli permette di acquisire nuove conoscenze nel momento in cui entra in contatto con soggetti aventi una maturazione cognitiva e una cultura maggiore rispetto alla sua.
Ovviamente l’apprendimento non riguarda solo i bambini, chiunque può essere in formazione- crescita-cambiamento. E, spesso, per farlo è necessario ap-prendere da chi è più preparato e competente.
Lo scambio di competenze avviene nella zona di sviluppo prossimale.
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Esempio di ZSP
Vediamo insieme un esempio di ZSP.
Un genitore si lamenta: “Mio figlio Matteo cammina solo se sostenuto dalle nostre mani. Appena lo mettiamo in piedi, con le sue manine ricerca le nostre”
Se a Matteo continuassimo ad offrire entrambe le mani per farlo camminare sarebbe troppo semplice per lui perché lo sa già fare e se chiedesse di camminare senza alcun aiuto sarebbe troppo difficile.
La cosa migliore potrebbe essere proporgli una mano soltanto anziché due. Poi, una volta che Matteo avrà acquisito sicurezza, togliergli lentamente anche la seconda.
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Perché è importante conoscere la ZSP
Gli educatori (intesi in senso generale ossia genitori, tutor, insegnanti, coach, ..) dovrebbero prima di tutto prendere consapevolezza della zona di sviluppo attuale da cui parte il discente e poi elaborare una proposta educativa adeguata.
Gli educatori dovrebbero favorire l’acquisizione di competenze, proponendo il “giusto livello” di apprendimento, anziché rischiare di proporne uno troppo complesso o troppo banale tanto da creare frustrazione e fallimento nei discenti.
Le richieste (compiti, attività) quindi devono essere adatte ed adattate alle capacità del bambino ossia: non al di sotto della zona di sviluppo prossimale (troppo facili) nè al di sopra (troppo difficili).
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Scaffolding
Gli educatori favoriscono lo scaffolding.
Scaffolding deriva dalla parola inglese “scaffold” che significa “impalcatura“, “ponteggio“.
Avete presente quelli che utilizzano gli operai per costruire o sistemare case, palazzi?
In psicologia e pedagogia, lo scaffolding è usato per indicare l’aiuto e il sostegno dati da una persona competente a un’altra. Esso è fondamentale per apprendere nuove nozioni o abilità.
Proprio come gli operai costruiscono una casa, una figura di riferimento e più esperta (adulto, tutor, educatore) aiuta un’altra a strutturare o migliorare le proprie competenze.
I primi ad utilizzare questo termine furono gli autori Wood, Bruner e Ross. Nel 1976 pubblicarono sul Journal of Child Psychology and Psychiatry i risultati di un loro studio. Avevano osservato un tutor e un bambino mentre costruivano una piramide tridimensionale con dei blocchi di legno. I risultati evidenziarono che quando il bambino era supportato e sostenuto dal tutor era in grado di implementare e arricchire al meglio le sue capacità cognitive.
Utilizzare lo scaffolding in ambito educativo va ad incidere positivamente sull’autostima, la fiducia in se stessi e il senso di autoefficacia.
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Psicologa Silvia Mimmotti