“E’ SOLO ANSIA”
Indipendentemente dal peso che può avere una certa emozione, così dicendo si banalizza il vissuto di una persona. Non sappiamo quanto “quell’ansia” sia pervasiva e a che storia si accompagni.
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“STAI TRANQUILLO / CALMATI!“
Pronunciando queste frasi l’ansia non scompare come per magia. Un imperativo simile induce tutt’altro fuorché la calma ponendo l’accento sull’incapacità (momentanea) di chi si sta agitando.
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“NON CI PENSARE, CI SONO PROBLEMI PEGGIORI”
Così facendo si sminuisce e si giudica come eccessivo il comportamento di chi soffre. Ricordare che ci sono cose peggiori non aiuta ad essere grati per quello che si sta vivendo.
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“CI SONO PASSATO, NON E’ NIENTE“
Ognuno ha il proprio vissuto e lo vive a modo suo. Tra l’altro, prima di pronunciare “Non è niente!” pensa a come ti sentivi quando stavi provando forte ansia.
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“NON HAI MOTIVO DI AGITARTI COSI’ “
Per quanto possiamo conoscere una persona non sapremo mai tutte le cause del suo malessere.
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“DEVI IMPARARE A CONVIVERCI“
Si può lavorare sulle crisi di ansia e gli attacchi di panico, ascoltarne il messaggio, capirne la/e causa/e, ecc.
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“VAI DA UNO BRAVO SE STAI COSI’!“
La frase fa sentire la persona “malata” o “difettosa” e non è il modo più accattivante per invogliarla a rivolgersi ad un professionista.
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“PRENDI UNO XANAX, LO ABBIAMO PRESO TUTTI”
La soluzione che ha aiutato una persona può non essere adatto per un’altra e quando si tratta di farmaci e psicofarmaci, MAI prenderli “a caso” solo perchè “li hanno presi tutti”. È necessaria la prescrizione medica.
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Vorrei non sentire più certe frasi rivolte a chi soffre di ansia.
Anzi, non le vorrei più sentire nei confronti di chi soffre in generale.
Che si parli di sofferenza fisica o emotiva, và comunque rispettata.
Non servono le “frasi tanto per dire qualcosa” o i “consigli fai da te” come non offrono aiuto le “distrazioni forzate”.
Chi soffre ha bisogno di PRESENZA SINCERA e ACCOGLIENZA RISPETTOSA perché più che di soluzioni affrettate, le persone hanno bisogno di non sentirsi sole nell’affrontare un periodo difficile.
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Silvia Mimmotti, Psicologa