La Propriocezione
Il sesto senso esiste e non mi riferisco a qualcosa di “extrasensoriale” ma alla PROPRIOCEZIONE.
Per capire come funziona, chiudete gli occhi e stendete la vostra mano in una direzione casuale. Ora, mentalmente, identificate la sua posizione dopodiché aprite gli occhi.
L’immagine mentale era corrispondente a quella che vedete davanti a voi?
Il cervello è stato probabilmente in grado di identificare la posizione della vostra mano senza necessariamente ricorrere ad alcuno degli altri classici 5 sensi e lo ha fatto grazie alla propriocezione.
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Che cos’è?
E’ la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo e degli arti nello spazio, indipendentemente dalla vista, sia quando si è fermi che mentre si è in movimento. E’ un complesso meccanismo neurofisiologico fondamentale per il controllo dell’azione e della postura eretta. Tale meccanismo è reso possibile grazie all’esistenza di recettori, i propriocettori o recettori propriocettivi o cinestesici, che registrano e comunicano al cervello le posizioni delle varie parti del corpo. Essi si trovano nelle terminazioni nervose e mettono in contatto le apposite aree cerebrali attraverso il midollo spinale.
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Perchè è importante?
La propriocezione, insieme al sistema visivo e vestibolare, permette il mantenimento dell’equilibrio. Aiuta inoltre la coordinazione, migliora la prestazione, è fondamentale per il nostro orientamento spaziale e la percezione di noi stessi.
Essa inoltre contribuisce alla consapevolezza di sè e concorre quindi al benessere psicofisico.
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Perché va allenata?
La propriocezione è la capacità che ogni persona, non solo chi pratica sport, dovrebbe allenare per poter preparare il corpo e il sistema nervoso a rispondere in modo corretto alle perturbazioni/ variazioni/stress quotidiani a cui siamo sottoposti.
E’ importante ricordare che si può allenare il corpo anche e soprattutto attraverso il cervello. Quella propriocettiva infatti è una stimolazione neuro-motoria che riguarda tutto l’organismo.
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Allenamento propriocettivo
Esso si basa sulla capacità di ascoltare il proprio corpo, estraniandosi temporaneamente dai segnali esterni e concentrandosi su di sé. Ovviamente il percorso parte dal riconoscimento di segnali macro (come la frequenza respiratoria e il battito cardiaco) per arrivare alla consapevolezza dei movimenti più fini.
L’obiettivo di questi training, doppiamente utili in caso di riabilitazione in seguito a traumi/lesioni/ malattie, è quello di stimolare e affinare la capacità di percepire ogni singolo movimento associato ai gesti di ogni giorno.
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In caso di traumi e lesioni
Nel caso di un trauma (vedi uno stiramento di una spalla) anche il sistema propriocettivo si altera. In seguito a tale evento, il corpo invia sensazioni diverse rispetto alla situazione precedente lo stiramento. I recettori traumatizzati mandano informazioni alterate che a loro volta producono risposte motorie altrettanto alterate (ad esempio, la persona muove il braccio in maniera limitata e non riesce a sollevare con agilità gli stessi pesi che trasportava prima dell’incidente).
Qualora si verificassero traumi o lesioni lievi, come nell’esempio appena indicato, si avrebbe una alterazione (spesso passeggera e recuperabile) della percezione di sè.
La perdita invece del senso della propriocezione è un vero e proprio disturbo, fortunatamente raro. Esso è conosciuto con il termine Sindrome di Sack o Deficit della Propriocezione. Tale deficit porta ad una incapacità del soggetto ad essere consapevole del suo corpo e viene compromessa anche la visione che ha di sè. Nei casi più gravi la persona prova una sensazione di totale dissociazione tra mente e corpo proprio, vivendoli come separati ed indipendenti tra loro.
Psicologa Silvia Mimmotti