Nella mia esperienza da Tutor dell’Apprendimento, ho a che fare con tanti bambini e ragazzi, alcuni dei quali con Disturbi Specifici (DSA), ciascuno dei quali con modalità di apprendimento molto differenti. Per poter rendere la loro memorizzazione il più veloce e semplice possibile, ho capito che devo essere io ad adattarmi a loro e non viceversa.
La mia professione consiste nell’imparare a riconoscere e comprendere lo stile di apprendimento di ognuno dei ragazzo che ho di fronte e modificare, su questo, il mio stile di insegnamento.
A differenza degli insegnanti a scuola, il mio lavoro fatto sul singolo bambino/ragazzo, mi permette un lavoro individualizzato, personalizzato, di scoperta e di potenziamento.
Ma…che cos’è l’apprendimento?
E che cosa sono gli stili di apprendimento?
Seguitemi, cercherò di spiegarvi nella maniera più chiara e veloce possibile.
.
L’APPRENDIMENTO
L’apprendimento è un processo complesso di acquisizione e cambiamento di schemi e contenuti; esso avviene durante tutta l’esistenza e serve per adattarsi alle richieste ambientali (meccanismo adattivo). L’apprendimento non è semplice e passiva acquisizione ma è elaborazione attiva di strategie, applicazione flessibile di esse e mantenimento dello sforzo attentivo fino al raggiungimento dei risultati. E’ frutto dell’interazione di motivazione, emozione e memoria.
[cfr. Manuale Psicologia Generale, Girotto e Anolli]
In sintesi, ci basti ricordare che l’APPRENDIMENTO è ACQUISIZIONE di informazioni, CAMBIAMENTO di quanto già appreso in precedenza ed è un fenomeno ADATTIVO (ossia ci serve per adeguarci al meglio alle richieste dell’ambiente).
Può essere, a sua volta:
° meccanico/passivo (ossia le nuove informazioni vengono memorizzate senza che siano collegate alle conoscenze precedenti e quindi velocemente dimenticate o ricordate e ripetute senza averne compreso veramente il senso);
° significativo/attivo (quando viene fatto un lavoro migliore per mantenerle, amalgamarle e utilizzarle in maniera consapevole).
.
GLI STILI DI APPRENDIMENTO
« Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia » (Pennac 2008)
Questo perché:
-la classe è un gruppo ETEROGENEO di persone dove ognuna ha delle caratteristiche proprie (per caratteristiche intendo potenzialità e difficoltà)
-è importante pertanto CONOSCERE BENE ciascun membro al fine di lavorare al meglio con tutti e trovare la giusta “armonia” del gruppo.
Parole chiave: individualizzazione e personalizzazione.
Ogni individuo apprende in maniera diversa e personale in base alle modalità e alle strategie con cui elabora le informazioni e a seconda del canale sensoriale prediletto.
Pertanto sarebbe bene che insegnanti ed alunni conoscessero e valorizzassero il PROPRIO STILE DI APPRENDIMENTO (Stella e Grandi, 2011).
La CONSAPEVOLEZZA è la molla per rendere il soggetto attivo nel processo di apprendimento che così acquista efficacia.
L’insegnante che conosce il suo stile cognitivo e di insegnamento, è cosciente della modalità con cui si propone alla classe (Ciceri, Cafaro, 2011). Un buon insegnante dovrebbe, di tanto in tanto, variare il proprio stile didattico in modo da accogliere le necessità di tutti gli alunni.
.
QUALI STILI
Gli stili riguardano: le preferenze ambientali (come i “luoghi” e i “tempi” dell’apprendimento, la luce, la temperatura, i suoni, i consumi alimentari …), le modalità sensoriali predilette (visiva verbale o non verbale, uditiva, cinestesica) e gli stili cognitivi (ossia analitico-globale, sistematico-intuitivo, riflessivo-impulsivo).
Per ogni stile di apprendimento ci sono delle STRATEGIE ADATTE e SPECIFICHE che potrebbero essere utili per favorire l’apprendimento del soggetto.
STILE VISIVO-VERBALE: si impara leggendo. E’ lo stile prediletto (e troppo spesso il solo proposto) dalla scuola italiana.
Strategie: prendere appunti in classe, riassumere per iscritto quanto si è letto, …
STILE VISIVO-NON VERBALE : si preferisce vedere ciò che si deve imparare (visual-learning), utilizzando però il linguaggio non verbale ossia disegni, fotografie, simboli, grafici, diagrammi. Imparare cioè a fare qualcosa, osservando come si fa piuttosto che leggendo o ascoltando delle spiegazioni. Tale stile si basa sulla memoria visiva per ricordare luoghi, persone e avvenimenti.
Strategie: utilizzare disegni e mappe concettuali, usare i colori, fare attenzione alle parole-chiave, …
STILE UDITIVO: si preferisce sentire ciò che si deve apprendere. Il ragazzo con questa modalità riesce a memorizzare i concetti basandosi sulle spiegazioni degli insegnanti, piuttosto che studiando sul libro. Gli è inoltre congeniale leggere a voce alta, ripetere e studiare con i compagni.
Strategie: registrare le lezioni, usare le sintesi vocali e i libri digitali, …
STILE CINESTESICO: si predilige svolgere attività concrete. Al ragazzo “cinestesico” è più congeniale fare esperienze attive per apprendere (tramite ricerche, interviste, esperimenti di laboratorio) e attività di gruppo.
Strategie: alternare i momenti di studio a quelli di pausa, rendere la fase di memorizzazione più ‘concreta’ possibile, …