DAL RACCONTO ALLE SERIE TV
Il racconto è uno dei più grandi e validi strumenti che utilizziamo da sempre per comprendere la realtà. L’azione del raccontare è un elemento fondamentale della vita umana e crea un’interazione simbolica ed emotiva tra colui che parla e colui che ascolta. E’ con le storie che diamo un senso al mondo e lo condividiamo con gli altri.
Le storie, come ogni altra forma espressiva, hanno subito l’evoluzione dei mezzi di comunicazione. Siamo quindi passati dai radiodrammi, ai romanzi a puntate fino alle attuali serie tv.
La prima forma di “serialità comunicativa” fu il romanzo a puntate che risale alla seconda metà dell’Ottocento e Charles Dickens può esserne riconosciuto il pioniere. Nel 1836 scrisse una serie di brevi storie che furono pubblicate per un anno, mensilmente, in fascicoli. Il coinvolgimento del pubblico aumentò con l’inserimento di Sam Weller, il simpatico ed onesto domestico dell’aristocratico protagonista Pickwick. Queste storie sono poi state raccolte nel romanzo Il circolo Pickwick. Lo scrittore fu il primo ad utilizzare l’escamotage del finale ricco di suspance che mantiene alto l’interesse dei lettori fino alla successiva uscita.
La serialità, come le ‘strategie’ tipiche del racconto in serie, è la medesima presentata dalle serie tv.
La narrazione viene interrotta e suddivisa in blocchi significativi. Si evita la dispersione dei concetti creando tante reti interconnesse. Al centro, il perno della storia che tiene unito il tutto e i colpi di scena contribuiscono a mantenere l’interesse dello spettatore.
La forza delle serie tv risiede proprio nel fatto che esse hanno una forte capacità narrativa in quanto riescono a continuare un racconto che si snoda per anni, sviluppando anche il vissuto di tanti personaggi. Così facendo, le serie ci allenano ad una narrazione su più livelli. Impariamo a tenere in considerazione sia la situazione principale che quelle parallele che si intrecciano creando un continuum completo. La loro costruzione in episodi è l’ideale per sviluppare dinamiche più articolate e per permettere alle personalità dei personaggi di emergere ed essere meglio apprezzate. Sono così meglio fruibili sullo streaming e creano maggiore coinvolgimento nel pubblico.
Le serie tv utilizzano strumenti e strategie comunicative adatte ai giovani e alla loro soglia di apprendimento e di attenzione.
L’EVOLUZIONE DEI SISTEMI DI COMUNICAZIONE
Le serie tv sono il frutto più recente dell’evoluzione dei sistemi di comunicazione.
Dobbiamo ammettere che quello delle serie tv non può essere considerato un fenomeno di nicchia ma il presente e il futuro dell’intrattenimento.
Occorre fare un passo indietro e ripercorrere brevemente la storia e i cambiamenti a cui è stata sottoposta la televisione ed i suoi programmi, per comprendere come siamo giunti al dilagare attuale delle serie tv.
Ci siamo mossi dal periodo “della scarsità” a quello “dell’abbondanza” (riprendendo le parole di John Ellis 1). Ossia, dagli anni successivi al boom economico, in cui la televisione in casa era uno dei principali segnali del miglioramento della qualità di vita ed era considerata il principale mezzo di intrattenimento e di informazione, agli anni in cui lo sviluppo tecnologico ha portato ad una inversione di rotta.
Grazie alle innovazioni digitali e del web con offerte molto più allettanti e stimolanti, nasce la tv via web che attira un più vasto pubblico (soprattutto giovanile).
Il principale innovatore nel campo delle serie tv è stato il canale indipendente americano HBO.
Netflix ha cominciato a prendere campo nel 2007 e, negli anni, ha investito nello streaming con serie tv high-concept (2), diventando così la più grande web tv del mondo. La sua serie di lancio è stata House of Cards. Altri colossi hanno fatto il loro ingresso nel campo dello streaming: Amazon e Youtube che stanno migliorando sempre di più le loro offerte, spesso a pagamento.
L’utente di oggi torna ad avere un ruolo attivo e ad interagire con i media. Egli può crearsi un suo palinsesto scegliendo quando e, soprattutto, quali programmi vedere. Ogni utente ha una richiesta sempre più specifica e personale, quindi va alla ricerca di qualcosa che soddisfi i suoi bisogni.
REALTA’ O FINZIONE?
Non si sa più se siano le serie tv ad ispirarsi alla realtà o viceversa.
Le serie tv ora interessano e richiamano critici, intellettuali, registi di un certo calibro, attori e coinvolgono un pubblico sempre più vasto e variegato.
Grazie ai tanti temi trattati, si recupera la dimensione educativa che la televisione degli ultimi decenni ha perso.
Tramite un linguaggio spontaneo, sincero e libero da moralismi esagerati, le serie tv mettono in scena i problemi, i dolori, i conflitti della routine o tipici di situazioni estreme, spingendo così il pubblico a partecipare attivamente ai ragionamenti, alle decisioni e ai drammi dei personaggi. Questi ultimi, inoltre, sono sempre meglio caratterizzati psicologicamente e, non più statici come nei vecchi film o nelle fiction, hanno modo di esprimere al meglio i cambiamenti, le evoluzioni e le contraddizioni tipiche del genere umano.
Nelle serie tv la storia rappresentata diventa quindi una “realtà possibile” con la quale confrontarsi.
La narrazione non è più solo una fotografia della realtà ma contribuisce essa stessa a strutturarla. Le vite dei personaggi infatti entrano in contatto con quelle degli ascoltatori e ne coinvolgono l’intelletto quanto l’emotività.
UNA PRECISAZIONE: In questi approfondimenti mi occuperò di telefilm, serial (3), serie tv (4), …
in poche parole di tutto ciò che comprende una serialità nella narrazione.
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Dott.ssa Silvia Mimmotti
NOTE: (1) John Ellis, studioso inglese di media. (2) High-concept: idea sensazionale alla base della narrazione che, attraverso strategie quali la suspance o l’azione e l’imprevisto, possa coinvolgere il pubblico. (3) Il serial è il racconto articolato in un numero di parti distinte (puntate) interconnesse. La singola puntata, quindi, è un segmento narrativo aperto e non autosufficiente ma ben legato a quello che lo precede e lo segue. (4) La serie invece è caratterizzata da parti narrative auto-concludentesi, solitamente ognuna ha un proprio titolo. Ogni puntata si chiama episodio e, ciascuno, è autosufficiente. BIBLIOGRAFIA: Associazione Italiana Degli Operatori IPTV, Dall’IPTV alla Smart TV: Nuove tecnologie e contenuti per il Video On Demand, Milano. Bettetini G., Braga P., Fumagalli A., Le logiche della televisione, FrancoAngeli, 2004. Cardini D., La lunga serialità televisiva, Carocci, 2004. Di Giovanni E. (2016). Lo Storytelling e il successo delle Serie TV. Il Mondo letto da uno schermo. Tesi di Laurea Specialistica in Comunicazione delle Organizzazioni Complesse, Padova. Ellis J.,. Seeing Things: Television in the Age of Uncertainty, I.B.Tauris, 2000. Freccero C., Televisione, Bollati Boringhieri, 2013. Giordana F., Tecnologie, media & società mediatica: evoluzioni, influenze ed effetti degli strumenti di comunicazione sulla società dagli anni '60 ai giorni nostri, Franco Angeli, 2005. Grasso A., M. Scaglioni, Che cos'è la televisione. Il piccolo schermo fra cultura e società: i generi, l' industria, il pubblico, Garzanti, 2005. Grasso A., Buona maestra. Perchè i telefilm sono diventati più importanti del cinema e dei libri, Mondadori, 2007. Innocenti V., Pescatore G., Le nuove forme della serialità televisiva. Storia, linguaggio, temi, Archetipolibri, 2008. Ochs E., Capps L., Living Narrative. Creating Lives in Everyday Storytelling, Cambridge, MA: Harvard University Press, 2001.